giovedì 28 gennaio 2010

CAPITOLO 10

CAPITOLO 10


"Se ne vanno tutti. Mi sento inutile e stupida. Non ho fatto niente per impedire che litigassero...e ora li lascio andare, senza provare dispiacere..."
Tom mi guardava con simpatia ma non sapeva che dire. Trovò le parole più inappropriate:"E Nicola che fa?"
"Non lo so!"
Tom capì che era cambiato qualcosa e decise di lasciarmi sola.

Dopo pochi minuti arrivò Silvia...con Nicola. Salirono in camera mia, con Tom.
"Partito oggi, allora?!" Tom voleva rompere il silenzio che si era creato.
"Già, alle quattro." Silvia rispose.
Offrii loro qualcosa da bere ma rifiutarono. Tom continuava a parlare "E poi che farete?"
"Penso che resterò in città per un po', sai, devo studiare, ho mate a settembre. Ma poi a ferragosto vado con i miei in Toscana."
"Nicola?"
"Vado in Spagna, forse anticiperemo la partenza!"
"E mandaci almeno una cartolina."
"Certo."
"Silvia, scendi un attimo?" disse Tom e Silvia annuì.
Nicola ed io eravamo soli.
"Scusa per ieri, ero un po' nervoso. Sei ancora arrabbiata?"
"Non lo so, tu?"
"Oggi parto."
"Me l'avete già detto." Venne a sedersi vicino a me, mi abbracciò con tenerezza e disse:"Dimmi che mi mancherai..."
"Piantala!"
Cercò di baciarmi, provai a resistere ma poi cedetti.
"Ci vedremo ancora, Marta? Magari sabato o domenica prima di partire vengo a trovarti..."
Mi stringeva forte e mi guardava con dolcezza. Rabbrividii: non ero più arrabbiata.
"Poi ti spedisco una cartolina ogni giorno: 30 cartoline. E poi quando torno...non ti lascio più..."
Sembrava tutto vero...Era così romantico!
"Ma tu non vai in vacanza?"
"Magari! Sono in punizione perchè sono stata rimandata in latino e fisica...E allora niente mare!"
"Ah!Ah!Ah! No, scherzo, mi dispiace..."
Erano già le tre. Arrivò Silvia a chiamare il fratello. "Ciao bella!" mi salutò baciandomi.
Salutai anche Silvia, eravamo entrambe piuttosto fredde e, chiusa la porta, scoppiai a piangere.

-.-

Passarono il sabato e la domenica ma non vidi Nicola.
Dopo un mese arrivò dalla Spagna una cartolina indirizzata sia a Tom che a me, con un messaggio molto dolce "CIAO".
Nicola non si fece più sentire, né vedere.
Silvia mi inviò una lettera ma non vidi più nemmeno lei.
A Ottobre l'ho incontrata per strada. Era elegantissima, accompagna da un ragazzo molto attraente. Mi salutò raggiante. Il "ragazzo" aveva 30 anni, era un suo professore.
Si dichiarò innamorata pazza ma della nostra amicizia non parlò: era cambiata.

Nicola lo incontrai allo stadio. Per poco non mi riconobbe.
Doppia delusione. Ero triste. Potrei anche dire disperata.
Passai un brutto inverno e nel primo quadrimestre mi ritrovai ben cinque insufficienze in pagella.

Mi consolavo con Sandra, che dopo la delusione per Denis, stava peggio di me.
Ma la maturità si avvicinava: dovevamo svegliarci.
FINE

lunedì 25 gennaio 2010

CAPITOLO 9

CAPITOLO 9

La serata a Gardaland fu estremamente divertente, passammo più volte per tutti i giochi, come bambini.
Nicola si trovava perfettamente a suo agio. Rincasammo verso le 2, eravamo tutti molto stanchi, stremati e bagnati; rimandammo i commenti al giorno dopo e ci salutammo in fretta.
In casa Tom mi confidò di trovarsi bene in compagnia e per questo non aveva intenzione di alimentare "la storia" con Silvia.
Ne rimasi un po' delusa...Ma forse era meglio così: Tom era ancora immaturo e superficiale!
Verso il 20 luglio il cielo cominciò a rannuvolarsi e passammo quattro giorni di vento, pioggia e temporali.
Decidemmo, di conseguenza, di ritrovarci tutti a casa di Silvia e Nicola; il pomeriggio, però, all'appuntamento eravamo solo in quattro: Tom, io, Sara e Manuel.
Solo più tardi ci raggiunsero Mattia e Roberto.
"Probabilmente hanno paura dei tuoi genitori!" sentenziò Tom rivolgendosi a Silvia che sembrava piuttosto seccata.
"Sì, oppure di me! Mi hanno stancato, scusate ma sono bambine viziate!"
"Che ne dite di andarle a prendere a casa?" Nicola sapeva sempre essere pungente.
"Ok, andiamo io e te" così Tom si diresse verso la porta.
Matteo lo raggiunse ricordandogli di chiamare anche Carlo che, come al solito, non aveva voglia di fare due passi in più!
Notai che Sara e Roby si erano appartati in terrazza a guardare romanticamente la pioggia cadere, mentre Silvia stava per proporre un'ampia gamma di giochi in scatola fra cui scegliere per passare il pomeriggio.
Si scelse Pictionnary e i ragazzi prepararono il gioco leggendosi le istruzioni.
"Marta, penso che le tue amiche siano infantili e insopportabili, nonché invidiose! Sono gelose di te perché stai con Nicola e di me perché Tom, prima, dimostrava interesse nei miei confronti. Soprattutto quella...di Michela!"
"Non so che dirti, hai ragione. Non hai più parlato con Tom ?"
"No, da sabato a Gardaland si è limitato a salutarmi ma...non me ne frega niente!"
Si sentì suonare alla porta: erano arrivati, tutti.
Silvia era ancora più contrariata e non salutò.
Io avrei voluto restare un attimo sola con Nicola, almeno per salutarlo. Erano due giorni che non ci vedevamo perché era sceso in paese con il fratellino. Ed ora mi salutava con indifferenza.
Incominciammo a giocare ma l'atmosfera era tesa: ogni piccola sciocchezza faceva scattare discussioni in particolare tra Silvia e Michela, difesa a spada tratta da Barbara.
Il tempo intanto migliorava, perlomeno era cessato di piovere.

Sara e Roby ne approfittarono per andarsene. "Beati loro"pensai, sperando che presto anche gli altri se ne sarebbero andati.
Invece successe di tutto: Michela e Silvia litigarono animatamente e la prima se ne andò sbattendo la porta molto indispettita, seguita da Barbara che uscì dicendo:"Chi ti credi di essere? Sei arrivata per ultima e credi di essere la padrona, bella principessa di porcellana, vaffan....!"

Drastica la situazione. Silvia rovesciò un'infinità di improperi nei confronti delle ragazze. Era nera.
Cristina, Carlo e Matteo, visto l'andazzo, si congedarono in fretta.
Silvia fu molto alterata anche per questo fuggi fuggi; rossa in viso e con le lacrime agli occhi corse in veranda a parlare con i genitori: il giorno dopo la famiglia Grun partì.

Dopo l'uscita si Silvia dalla stanza Nicola si sedette accanto a me e mi propose di fare un giro in macchina, così anche Tom e Manuel furono costretti ad andarsene un po' perplessi.
"Allora, come va?" Nicola era piuttosto freddo, lo sentivo distante.
"Sono un po' arrabbiata per ciò che è successo, ma tu che hai?"
"Niente. Volevo stare un po' con te" Mi diede un bacio ma, secondo me, non era sincero.
Ci fermammo e decidemmo di continuare a piedi, erano le cinque del pomeriggio e splendeva finalmente il sole!
"Come è andata in città?"
"Bene, mi sei mancata...Ho visto i miei amici, partiamo il 30!"
"Siete in tanti?"
"Dovremmo essere una decina."
"Ah"
"Eh!Eh!"
Non sapevamo che dire. Camminavamo staccati e senza guardarci. Tra dieci giorni Nicola sarebbe partito...e chissà quando ci saremmo rivisti.
Avrei voluto abbracciarlo forte ma era così assente, così indifferente e dopo due giorni che non ci vedevamo e dopo aver passato una bellissima domenica soli, eravamo così raggianti che sembrava fossimo una coppia in luna di miele.
"Sei scocciato per oggi?"
"No! Non ho niente, non l'hai ancora capito?"
"Perché rispondi così?" sembrava innervosito dalla mia presenza.
"Dai, ti voglio bene, non ho niente!"
"Nicola, torno a casa, mi accompagni?"
"Che permalosa, ok ti accompagno!"
Il viaggio di ritorno fu silenzioso, imbarazzante.

Ci salutammo con un semplice ciao, senza darci nessun appuntamento.

La sera telefonai a Silvia.
"Domani torniamo a casa, credimi è meglio così. Non riuscirei a passare nemmeno un giorno in QUESTO posto."
"Mi deludi..."
"Mi spiace ma...Spero che ci vedremo ancora. Domani vengo a salutarti."
"Fai come vuoi...Ciao."
Decisi di interrompere la comunicazione: ero troppo nervosa. In un giorno perdevo un'amica ed un ragazzo a cui tenevo molto.
Tom mi avvertì che domani sarebbero partiti anche Carlo, con sua sorella Michela, perché insieme a Mattia e Barbara sarebbero andati a Riccione, tre settimane, con i genitori.
"Buon per loro!" fu la mia risposta secca.
La mattina dopo parlai con Cristina. Anche lei aveva deciso di tornare in città, avrebbe accettato la proposta di sua zia di lavorare un mese in un negozio di alimentari, a settembre sarebbero poi andata in vacanza a Roma.

giovedì 21 gennaio 2010

CAPITOLO 8

CAPITOLO 8

Alle sette in punto Tom ed io arrivammo alla chiesa con la jeep.
Indossavo un paio di jeans chiari ed una maglietta rossa. Avevo sciolto i capelli e mi ero truccata lievemente gli occhi: mi piacevano particolarmente i miei occhi, di un semplice color marrone ma molto espressivi.
Gli altri erano già arrivati. Erano in piedi sotto il portico della chiesa, tutti molto eleganti.
"Ciao Marta, non avete incontrato Silvia?Speriamo che suo fratello venga altrimenti gli sparo..."A parlare fu Carlo che evidentemente aveva una gran voglia di andare a Gardaland.
Sinceramente anch'io adoravo quel posto. E la sera era ancora più bello!
"Non vengono i vostri cugini?" ci chiese Roberto che andava molto d'accordo con Sara e Manuel.
"Se andiamo li passiamo a prendere."
"Un motivo in più per andare, vero Roby?"Mattia parlò con un pizzico di malizia colpendo nel segno, tanto che Roberto arrossì di colpo.
Ed ecco spuntare una jeep rossa. Ci scambiammo sorrisi di gioia: erano Silvia e Nicola.
Mi sento un po' in colpa ma in quel momento ero più felice di vedere un mezzo di trasporto che Nicola.
Nicola mi piaceva ma ogni volta finivamo per litigare un po'. Non eravamo mai completamente d'accordo. Io tendevo a provocarlo e lui non mi dava mai una soddisfazione. Ma forse ci conoscevamo da troppo poco tempo per giudicare.
I due bei fratelli scesero dalla macchina. Silvia era visibilmente allegra e soddisfatta ed anche molto attraente, a Tom s'illuminarono gli occhi vedendola. Indossava una minigonna nera aderente con una camicia bianca a disegni astratti, portava anche una borsa a secchiello.(***Ndr scritto nel 1990...ci vestivamo malissimo!!!)
Aveva lasciato i capelli neri sciolti ed anche senza trucco era molto bella.
Nicola era più semplice: indossava un paio di jeans chiari con attaccato un trasferibile molto carino, ed una maglietta nera con scritte multicolore. Era particolarmente bello con i capelli bagnati ma aveva, come al solito, un'aria scocciata.
Silvia fece le presentazioni velocemente e infine ordinò:"Partiamo che è già tardi!"
Tom aggiunse:"Devo passare a prendere i miei cugini perciò due posti sono occupati, mi servono ancora tre passeggeri!"
Michela guardò Cristina poi disse:"Veniamo noi due!"
Roberto stava per unirsi ma Silvia lo precedette avviandosi verso l'auto e dicendo:"E poi vengo io!"
Michela guardò di nuovo Cristina con aria di disapprovazione e finalmente parlò anche Barbara, la più silenziosa:"Michela, vieni con me nell'altra macchina?"
"Per forza" disse accentuando la sua disapprovazione.
"Allora in questa vado io!" disse velocemente Roberto per non perdere ancora il posto.
Così le dispute finirono. Nell'auto di Tom c'erano Silvia, seduta nel sedile anteriore, Manuel, Roberto, Sara e Cristina in quello posteriore.
In quella di Nicola, Barbara e Michela si sistemarono dietro come avrei voluto fare anch'io ma Carlo e Matteo mi spostarono con forza, così sedetti davanti accanto a Nicola che fu molto dolce: mi fissò per qualche secondo poi mi disse un ciao con un tono di voce sereno. Come risposta gli sorrisi un po' distaccata, ma quando prima di cambiare marcia mi mise la sua mano sulla mia gli feci un sorrisone felice e dissi: "Ciao...Nicola..." Forse dissi queste due parole con troppa dolcezza perché sentii interrompere bruscamente i discorsi che provenivano dal sedile posteriore, così mi voltai e dissi a Carlo"Sei contento? Non devi sparare a Nicola!"
Carlo sorrise e Nicola intervenne:"Ah! Ero anche stato minacciato! Ma guarda che ho accettato volentieri di venire, non dovevate preoccuparvi!"
Lo disse in modo ironico ma solo io potei capirlo. Era sempre così pungente!
Lo guardai con aria di sfida, lui rise soffocatamente.
"Non dubitavo, Nicola, ci avrei scommesso che saresti venuto!" Ma quella sera avevo intenzione di smetterla con le frecciatine.

-.-

L'atmosfera a Gardaland era veramente accattivante.
Parcheggiammo la jeep e entrammo velocemente senza dover fare la coda per prendere il biglietto.
Nicola ed io ci staccammo di qualche metro dai nostri amici.
"Mi sembrano tutti piuttosto simpatici, la sera promette bene!" E mi cinse le spalle.
"Sono contenta!"
Gli altri si erano fermati alle montagne russe e li raggiungemmo.
Certo non mi sarei aspettata di iniziare in quel modo la nostra serata, invece salimmo tutti sulle montagne russe e ci rimanemmo per due interminabili giri.
Ero un po' stordita ma mi ero molto divertita!
Nicola mi prese per mano e mi condusse con lui:"Hai avuto paura?"
"All'inizio molta, poi un poco meno, però...non ero tanto tranquilla!"
"Me ne sono accorta continuavi a gridare!" e si mise a scimmiottarmi.
"Piantala!" incominciammo a litigare ma non so come inciampammo dentro un bacio all'improvviso....

lunedì 18 gennaio 2010

CAPITOLO 7

CAPITOLO 7

Stavo per imboccare la strada che portava dritta a casa mia ma quando sentii avvicinarsi il rombo della moto, mi fermai a raccogliere qualche fragola per perdere tempo.
Nicola si impiantò davanti a me con la sua moto.
Avrei voluto dirgli di non guardarmi così intensamente perché mi sentivo svenire, ma questa sensazione mi piaceva.
Nicola stava ascoltando la musica con le cuffie ma se le tolse subito. Ero cusiosa di sapere che genere di musica gli piacesse perchiò gli chiesi:"Cosa stai ascoltando?"
"Musica!" non mi aspettavo una risposta così, lo detestavo quando rispondeva in quel modo.
Probabilmente il mio viso aveva tradito i miei pensieri perché Nicola mi chiese:
"Non ti sarai offesa?"Aveva il viso contrariato e ciò mi diede fastidio. Come facevo ad innamorarmi di un tipo come Nicola?
"Per cosa?" gli risposi maliziosa e continuai "Di solito anch'io ascolto la musica con le cuffie quando giro in bicicletta!" Cercavo di essere il più naturale possibile.
Nicola cambiò discorso:"Che avevate tu e la tua amica prima?"
"Niente, Cristina è innamorata!"
"Mah! Hai visto che bella giornata, oggi?"
Cambiò di nuovo discorso.
Comunque aveva ragione. La giornata era splendida: il cielo era terso e c'era un sole splendente che esaltava la vegetazione. Nicola ed io ci perdemmo ad osservare il cielo ma quando abbassai lo sguardo vidi che mi stava guardando.
Gli sorrisi con tantissimo affetto.
"Marta, a volte tratto male le persone, anche quelle che mi stanno più a cuore, però so anche dimostrare quando tengo veramente a qualcuno..." mi tirò dolcemente a sé e mi baciò.
Fu un bacio splendido, mi sentivo così felice tra le sue braccia, mi sentivo protetta e tanto amata!
Rimanemmo abbracciati per un po' e Nicola mi sussurrò:"Ti voglio bene, Marta..."parlai con la voce roca ma ero molto sincera:"Anch'io, tanto..." Mi strinse più forte poi si staccò e si sedette sul prato tirandomi accanto a sé. Mi chiese:"Esci con me stasera?"
"Veramente avrei un'altra idea però forse tu..."mi fermai perché sapevo che Nicola non l'avrebbe gradita ma lui mi fece cenno di continuare.
"Con gli altri del paese volevamo andare a Gardaland. Dista un'ora e mezzo da qui. Pensavamo di andare con la jeep dei miei guidata da Tom, però ci stanno solo sei persone e servirebbe un'altra auto..."
"E tu vorresti che venissi anch'io con la jeep dei miei così ci state tutti?"
"Tutti sì, ma anche tu..."Ebbi un attimo di esitazione perché non sapevo l'età di Nicola, perciò gli chiesi:"Hai la patente, no?"
"Sì, certo."
"Non ti vanno a genio i miei amici?"
"Non li conosco neppure!"
"Appunto, non li vuoi conoscere? Se stasera vieni vedrai come ci divertiremo!"lo guardai con aria supplicante.
"A che ora si partirebbe?"
"Alle sette alla chiesa per decidere!"
"Ma se non vengo io..."
"Silvia ha detto che te lo avrebbe chiesto così se venivi tu si andava, altrimenti niente da fare!"
"Ah! Allora appena arrivo a casa mi devo sentire altre suppliche..."
"Sì, comunque adesso sono le sei e mezzo, dovremmo forse andare a casa." Non sapevo se Nicola avrebbe ceduto ma non volevo insistere. Perciò lo salutai:"Se vieni ci vediamo tra poco, altrimenti..."Mi alzai in fretta e mi incamminai verso casa mia, Nicola non mi aveva salutato, pensai che probabilmente non l'avrebbe fatto. E così fu. Lo sentii accendere la moto ed allontanarsi velocemente.

giovedì 14 gennaio 2010

CAPITOLO 6

CAPITOLO 6

La mattina decisi di rimanere in casa per aiutare mia madre a sbrigare qualche faccenda.
Il pomeriggio mi vestii in maniera comoda ma affascinante indossando un paio di pantaloncini e una canotta abbinata che slanciavano la mia figura. Decisi di legare i capelli in una lunga coda.
Presi la mountain bike di mio fratello e mi diressi alla chiesa, il ritrovo della compagnia.
Tom era già uscito in compagnia di Sara e Manuel, i nostri cugini sedicenni che erano ospiti a casa nostra per una settimana.

Pur essendo già le quattro alla chiesa non c'era nessuno. Mi sedetti speranzosa su di una panchina giocherellando con i miei braccialetti.
Dopo mezz'oretta apparsero Tom e Michela, una delle nostre amiche estive. Michela aveva diciasette anni come me ed aveva da tempo una cotta per Tom. Nonostante ciò era strano vederli passeggiare insieme per il semplice motivo che Tom detestava Michela per il suo carattere troppo permaloso. A parte questo, secondo me, era una ragazza simpatica e di compagnia.

Mi si avvicinarono, Michela era raggiante, Tom un po' meno.
Tom mi chiamò in disparte e mi disse:"La tua amica, Silvia, è una suora! La nostra serata si è limitata a chiacchere inutili!"
"Ma che vuoi?" gli risposi scocciata:"Vi conoscete da un solo giorno! Cosa ci fai con Michela?"
"L'ho incontrata per caso...Non penserai che la voglio usare per far ingelosire Silvia?"
Io lo pensavo, ma non glielo dissi, sperando che non fosse vero: Michela non meritava di essere usata!
Allora dissi a Tom:"Spero non vorrai perdere Silvia per la tua fretta. E il tua carattere di..."
"No!Silvia mi piace...Però se vuoi scoprire che intenzioni ha nei miei confronti..."
"Mi sento sempre di più il tuo cupido!!!"
"Sarà..."concluse Tom.


In quel momento arrivarono gli altri: Barbara, Cristina, Carlo, Roberto e Mattia. Dietro di loro c'era anche Silvia, vestita tutta di rosa, stava molto bene.
Il più salutato fu Tom che dovette rispondere alle solite domande di circostanza.
Silvia mi si avvicinò, capii che voleva parlarmi perciò ci appartammo su una panchina.
"Marta, ti sei divertita ieri sera?" mi chiese
"Sì molto, perché tu no?" risposi titubante.
"Io sì ma tuo fratello un po' meno. Pensi che mi inviterà ancora ad uscire con lui?"
"Sì, ne sono certa!" Fu la mia risposta decisa.
La vidi sorridere preoccupata. Avevo sperato che Tom si potesse innamorare veramente di Silvia ma mi rendevo conto che non era così, era piuttosto Silvia che si stava prendendo una bella cotta per mio fratello.
Silvia doveva dirmi ancora qualcosa:"Marta, ho un messaggio da darti. Ha detto Nicola che si farà vedere sulla strada di casa tua verso le sei."
"Grazie Silvia, ora comportati normalmente con Tom, penso sia la tattica più giusta."
Ritornammo con gli altri.

Io ero di nuovo piena di pensieri. Nicola si mostrava sempre più strano. Perché non voleva mostrarsi dagli altri del gruppo?Comunque ero ugualmente contenta, se mi aveva mandato un messaggio attraverso Silvia significava che voleva vedermi. Per fortuna mancava solo un'ora. Un'ora in cui mi tornarono in mente i pochi momenti passati con lui ma soprattutto i suoi occhioni così dolci e quel sorriso che mi piaceva tanto.
Passammo un po' di tempo tutti insieme poi Silvia e Tom si allontanarono dal gruppo senza dare troppo nell'occhio. Verso le sei anch'io me ne andai salutando tutti, ma Cristina decise di accompagnarmi. Speravo che si fermasse a casa sua, ma era troppo vicina alla chiesa.
Cristina era una ragazza molto simpatica, nel gruppo la mia preferita. Secondo me era un bella ragazza ma non sapeva valorizzarsi e aveva pochissima fiducia in se stessa. Ricordo che Tom prese una cotta per lei quando aveva diciassette anni e lei quattordici. Cristina però si considerava troppo giovane e non diede alcuna speranza a Tom (Mi rendo sempre più conto che mio fratello ha corteggiato gran parte delle mie amiche!)

Sapevo che Cristina era quella tra noi ad essere rimasta più affascinata da Nicola (nessuno sapeva, infatti, quello che in realtà provavo io, mi ero limitata a confidare che anche secondo me era un bellissimo ragazzo). Temevo che Cristina mi accompagnasse proprio per parlare di lui. E così fu.

"Marta, hai più visto Nicola?" mi chiese

"No, è da martedì che non lo vedo. E' proprio un lupo solitario!" Queste mie parole mi fecero tornare alla mente la sua fuga dai lupi mannari della sera precedente...Non volevo mentire così a Cristina ma sapevo che la verità l'avrebbe ferita. Immaginai di essere nei suoi panni e decisi, infine, di raccontarle in breve la serata passata con Nicola, infondo sarebbe stato meglio che scoprirlo da altri. Quando finii di parlare Cristina mi guardò con aria di rimprovero e disse "Non potevi certo lasciarti sfuggire un ragazzo così bello...Ti comprendo, certo, ma potevi dirlo fin dall'inizio che ti piaceva!" aveva quasi le lacrime agli occhi, non sapevo che dirle, aveva ragione, potevo dirglielo prima.

Intanto ci avvicinavamo sempre più a casa mia ed erano scoccate le sei.

"Cristina, è da martedì che mi piace Nicola, e poi non sapevo che a te piacesse tanto! Infondo non lo conosci nemmeno, l'hai visto solo un paio di volte..." Con le mie parole l'offendevo ancora di più ma cosa dovevo dirle ? Non mi era mai capitata una situazione di questo tipo. Anzi, una volta era capitato il contrario, io ero nella parte di Cristina e la mia amica allora mi aveva parlato fin troppo chiaramente dicendo che non si era innamorata del ragazzo in questione per far rabbia a me ma solo perché conoscendolo l'aveva apprezzato e anche per lui era stato lo stesso. Aggiunse inoltre che io non lo conoscevo ed ero io, solo io, che non dovevo dichiararmi innamorata, anche perché non avevo fatto niente per conquistarlo.

Purtroppo aveva ragione anche se, a quel tempo, non avevo voluto capirla. La nostra amicizia si incrinò ma fu lei che tornò da me spiegandomi che una vera amicizia non si può rovinare per colpa di un ragazzo. Mi stette vicina, senza mai ferirmi parlando del suo ragazzo, anche se la loro storia continuava a gonfie vele e tutt'ora sono insieme. Tornammo grandi amiche e io capii che avevo sbagliato a giudicarla male.

Dovevo parlare così anch'io a Cristina, decisi di raccontarle la mia storia. Intanto passò Nicola che fece una smorfia di rassegnazione e mi fece cenno che ci saremmo visti dopo.

Cristina era seduta sul prato e non vedeva la strada, così non vide nemmeno Nicola.

"Marta, penso che tu abbia ragione però mi sento sola, brutta e antipatica!" si fermò e fece un singhiozzo, mi fece cenno di non interromperla e continuò "Per farti perdonare, anche se forse non ce n'è bisogno, passeresti una giornata solo in mia compagnia ?"

"Certo, così potremmo parlare liberamente, sarebbe bello fare un pic-nic e magari prepararci una tenda e dormire all'aperto!"

"Hai sempre delle idee strambe. Comunque mi piacerebbe!"

"Ci mettiamo d'accordo domani, qua la mano, amica!" ci stringemmo la mano e ci scambiammo un bacio e Cristina mi salutò dicendo"Ciao, vado a casa, mi raccomando salutami Nicola..."

Feci un sorriso bonario e mi incamminai verso casa molto ma molto lentamente, sperando che Nicola arrivasse al più presto.

lunedì 11 gennaio 2010

CAPITOLO 5

CAPITOLO 5

Spostandomi notai lo sguardo di Silvia implorare Nicola di smettere con il suo comportamento. Nicola si alzò schiacciando l'occhio a Tom e si avvicinò alla mia panchina. "Fanno una bella coppia i nostri fratelli, non trovi?"
Avrei voluto dirgli se aveva finalmente ritrovato la parola, ma mi limitai a sorridere.
Nicola si sedette e finalmente i nostri sguardi si incrociarono: aveva gli occhi splendenti ma il suo sguardo non lasciava trasparire alcuna emozione, al contrario di me che avevo un nodo alla gola e speravo che quel momento non finisse mai.
Forse Nicola si accorse del mio stato d'animo perché mi diede un buffetto sulla guancia e si alzò dicendomi:"Andiamo a fare un giretto?" aveva un'aria enigmatica, non capivo se lo desiderava davvero oppure se lo faceva per farmi piacere.
In ogni caso accetai:"Sì, andiamo, lasciamo soli i due piccioncelli!" Mi alzai anch'io ed entrambi guardammo Silvia e Tom che chiaccheravano guardandosi intensamente negli occhi.


Ci incamminammo verso la collina, la collina fiorita, un posto così romantico e affascinante.
Mentre pensavo a queste cose mi sorpresi a guardare Nicola, lui si voltò e mi fissò negli occhi, staccò un attimo lo sguardo poi tornò a fissarmi e disse:"Sei arrabbiata? Non è che andiamo molto d'accordo noi due, però devo dire che hai ragione"si fermò un attimo, aveva parlato in modo dolcissimo e sincero, poi aggiunse:"scusa..."
Mi guardò con occhi limpidi e sinceri.
"Perché sei sparito?" chiesi a voce non troppo alta.
"Sono come un fantasma che ora è riapparso per farsi perdonare...Vuoi una scusa attendibile, vero?"
"No, preferisco la verità!" lo guardai con falsa aria di sfida.


Mi accarezzò i capelli e sorrise, avevamo finalmente dimenticato il nostro orgoglio e potevamo parlare liberamente.
Nicola si spiegò, capii che era sincero e ne fui felice:"Martedì quando ti ho conosciuta ti ho trovato subito simpatica. Passando un po' di tempo con te e mia sorella, poi accompagnandoti a casa, ho capito che avrei potuto divertirmi anche in questo luogo sperduto...Già ma non volevo dare questa soddisfazione ai miei genitori...Per questo me ne son rimasto a casa ad annoiarmi e a far pesare la mia presenza ai miei. Non sono più uscito nemmeno in moto..."
Ecco...per lui ero solo un divertimento, questo pensai immediatamente.
Nicola notò il mio disappunto e continuò a parlare fermandosi per un attimo ad osservare una pianta:"Non sono più uscito perché se ti avessi visto mi sarei sicuramente fermato a parlare con te...Parecchie volte ho tentato di uscire per vederti ma all'ultimo momento rientravo in casa..."
Lo fissai, poi gli chiesi"Perché sei uscito stasera?"
Scrollò le spalle e continuò a camminare a testa bassa:"Marta, mi credi se ti dico che volevo vederti? I miei non sanno che sono fuori e Silvia ha promesso di non dirlo."
La mia reazione fu piuttosto negativa:"Stai rovinando le vacanze ai tuoi genitori, a te stesso e anche a me!"
"Ti sbagli..."

Nicola mi prese il mento con le mani e mi baciò sulla guancia.
Come era bello quel ragazzo ! Non riuscivo a capire che tipo fosse questo Nicola.
Ma quando mi guardò con quegli occhi blu e mi prese per mano, capii che ero troppo seria perciò gli strinsi forte la mano e ci mettemmo a correre lungo il prato che portava al viale alberato, spiati da un immenso cielo stellato e dalla luna che illuminava la nostra corsa.
Arrivati al viale alberato Nicola si fermò stupito e indubbiamente affascinato poi sorridendo mi disse:"Hai ragione, qui è splendido!" e mi strinse forte a sé, mi guardò teneramente alzandomi e giradando su se stesso.
Quando mi mise a terra il mio cuore batteva forte e forse anche lui lo sentiva.
Quel ragazzo era tanto romantico che mi prese di nuovo il mento fra le mani e mi baciò sulla fronte poi disse:"Scappiamo! Le notti di luna piena i ragazzi si trasformano in lupi mannari e io non voglio che ti succeda niente!"
Mi prese la mano saldamente e corremmo fino alla chiesetta dove Tome e Silvia non c'erano più.
Tornammo allora al bar e Nicola mi chiese se volevo essere accompagnata in moto.
Accettai più che volentieri e in meno di cinque minuti eravamo nel cortile di casa mia.
Scendemmo entrambi dalla moto. Nicola disse divertito: "Conto di vederti domani!"
Lo guardai falsamente arrabbiata e Nicola aggiunse "Non sparirò, ormai non posso più sparire!" sorrise felicemente, mi accarezzò la guancia e continuò:"Stasera ho intenzione di augurare la buona notte ai miei genitori...Grazie a te!"
Gli diedi un bacetto sulla guancia poi mi allontanai.
Lui mi chiamò: "Marta!"
Mi girai felice, mi fece cenno di avvicinarmi, era già in sella alla moto. Quando fui lì mi diede un bacio sull'angolo della bocca e mi sussurrò dolcemente "Ti voglio bene, tesoro..."
Non mi diede il tempo di reagire: era già ripartito. Rimasi immobile: innamorata e felice.


Tom era già a casa, stava riordinando le valige in camera sua. Non mi fermai, filai dritta in camera mia, mi cambiai in fretta e quando mi sdraiai sul letto il cuore mi batteva ancora.
Nicola questa sera era stato così tenero.
Infondo ero felice che non avesse voluto baciarmi al primo appuntamento. Significava che mi rispettava, che per lui non ero solo un divertimento ma forse qualcosa di più.
Sia che mi considerasse un'amica o fosse veramente innamorato di me, ero qualcosa di più di uno stupido divertimento.
Mi addormentai in poco tempo ed ero molto serena e rilassata.

giovedì 7 gennaio 2010

CAPITOLO 4

CAPITOLO 4

Nicola era appoggiato al muro: indossava un paio di jeans ed una maglietta fucsia, sembrava allegro e conversava con Tom.
Volevo rimanere ancora con Silvia, per rimandare l'incontro con suo fratello che mi metteva un po' di ansia, decisi di intrattenerla parlando di Tom: "Silvia, mi sembra che tu e mio fratello andiate molto d'accordo."
Silvia esitò a rispondermi, voltandosi a guardare in direzione dei ragazzi, poi girandosi sfoderò uno dei suoi più bei sorrisi e parlò:"Marta penso che Tom sia stupendo. A parte che è un bellissimo ragazzo, è un tipo simpaticissimo e allegro, mi ha stupito il suo comportamento oggi pomeriggio: era così a suo agio a contatto con la natura...Sì, mi piace molto!"disse convinta mentre gli occhi le brillavano di gioia; speravo che Tom potesse innamorarsi di lei e cambiare un po' quel suo carattere superficiale.
"Dai, andiamo" disse e così ci avvicinammo ai nostri cavalieri, io abbassai gli occhi, mi sentivo imbarazzata.
Silvia invitò raggiante i ragazzi "Entriamo a bere qualcosa al bar?" I due annuirono ma continuarono a parlare tra di loro, Silvia mi prese per mano conducendomi all'interno del piccolo e unico bar del paese. Era un luogo accogliente. Ci accomodammo nella graziosa terrazza che si affacciava sul torrente e dalla quale si poteva ammirare il panorama montano.
Nicola non sembrava molto entusiasta di quella visione ma non diedi segni d'insofferenza.
Mi sedetti vicino a Silvia, come fece Tom, mentre Nicola finì inevitabilmente accanto a me.


Non avevo ancora incrociato il suo sguardo e non avevo il coraggio di farlo, perciò fissai il gestore del bar che si avvicinava al nostro tavolo, ordinammo due birre per i ragazzi e due succhi di frutta per noi ragazze. Continuai a fissare il barista mentre si allontanava.
Tom iniziò a chiaccherare rivolgendosi a me:"Hai sentito che Nicola se ne andrà in Spagna in Agosto ?Io mi fermo semplicemente a Rimini e per solo una settimana..."
Non volevo rispondere, non sapevo che dire. Silvia mi aveva già raccontato del viaggio del fratello. Ed infatti a parlare fu proprio la mia amica:"Anche Nicola lo scorso anno è andato a Rimini".
Nicola non parlava, guardava il panorama che ora sembrava affascinarlo. Intervenne Tom scocciato nel vedere Nicola ed io che ce ne stavamo zitti:"Ti sarai sicuramente divertito..."
"Sì, è stata una vacanza divertente." fu la sua telegrafica risposta.
Non volevo stare al gioco di silenzi di Nicola e così mi rivolsi a Tom con aria un po' stupita:"Non dirmi che hai paura di annoiarti! Ci verrei anche io in vacanza con i miei amici, in qualsiasi luogo!"
"Certo, ci credo che mi divertirò ma non si sa mai, forse Denis e Marco non vengono, vogliono andare in Sardegna in campeggio con la cugina di Marco..."
"In due si cucca meglio!" lo interruppe Silvia maliziosa.
Lui la guardò fingendosi offeso mentre sorseggiava la sua birra.
Il discorso terminò lì, finimmo di bere e ci alzammo, fu ancora Silvia che propose qualcosa da fare:"Andiamo a fare una passeggiata o preferite giocare a calcetto?"
"Giochiamo a calcetto, dai, maschi contro femmine" Per fortuna Tom aveva avuto quell'idea!
Cominciammo a giocare segnando il primo goal che fu anche l'ultimo perché i ragazzi ci batterono di netto.
Terminata la partita proposi di andare a fare un giretto. Volevo mettere alla prova Nicola e... me stessa. Tom e Silvia accettarono contenti, mentre Nicola si limitò ad un'alzata di spalle.
Speravo che non ci lasciassero soli, infatti ci incamminammo in quattro per la strada sino a raggiungere la chiesetta ai piedi della collina più bella del paese, ricca di vegetazione con fiori variopinti e colorati. Quella collina era la preferita di Silvia e me per le nostre passeggiate quotidiane. Anche la chiesetta era molto carina ed era circondata da numerose panchine sulle quali ci sedemmo, tutti e quattro insieme.


Avevo finalmente capito che per Silvia e Tom, Nicola ed io eravamo un impiccio, almeno loro quella sera avevano il diritto di divertirsi. Mi feci coraggio e dissi:"Siamo in troppi si questa panchina, io vado nell'altra" e mi avviai in quella dietro la chiesa, che non era né troppo distante né troppo vicina, una posizione ideale.

lunedì 4 gennaio 2010

CAPITOLO 3

CAPITOLO 3
Il giorno seguente mi sorpresi sempre più spesso a pensare a Nicola, lo confidai alle mie amiche ma non a Silvia, non volevo assolutamente usarla per arrivare al fratello.
Nicola non lo vidi più fino al venerdì quando arrivò mio fratello Tom. Il pomeriggio Tom e Silvia socializzarono molto e la sera uscirono insieme invitando anche me. Non mi andava molto di fare il cosiddetto "terzo incomodo" ma speravo, appunto, di poter vedere Nicola.
Infatti all'appuntamento arrivò anche lui. Lo salutai distrattamente e mi misi a parlare intensamente con Silvia. Poi lei mi prese in disparte: aveva capito tutto.
"Marta, ti sei presa una bella cotta per mio fratello, vero?"
"Insomma..."
"Mi sa che anche lui..."disse sibillina... Silvia mi incoraggiò a lasciar perdere la paura di restare delusa e tentare di scoprire i sentimenti di Nicola.
Silvia mi diventava sempre più simpatica. Tra di noi stava nascendo un'amicizia sincera, mentre le altre ragazze da oggi cominciavano a detestarla. Il fatto che Silvia appena arrivata avesse conquistato Tom la rendeva antipatica alle fans scatenate di mio fratello.
Da qualche anno Tom non passava più le vacanze con la nostra famiglia ma rimaneva in città a lavorare, poi se ne andava in vacanza con i suoi amici. Quest'anno aveva deciso di rimanere in montagna per un paio di settimane per poi andare ad Agosto a Rimini con gli amici, tra cui il solito Denis.
Arrivato il venerdì mattina aveva subito notato Silvia che stava sdraiata a prendere il sole in mia compagnia nel cortile di casa nostra.
La mia amica oltre ad avere un buon carattere era anche una bella ragazza, assomigliava al fratello Nicola...
Apprezzavo particolarmente la sua capacità di adattamento ad ogni situazione: si era ambientata perfettamente, senza per questo essere invadente. Inoltre con lei si poteva dialogare seriamente ma anche lasciarsi andare in discorsi frivoli o in risate fragorose.
Silvia era una ragazza sincera e molto leale, sapeva mettere a proprio agio qualsiasi persona la circondasse ed aveva una spiccata fantasia con la quale sapeva trascinare la compagnia in giochi divertenti e, a volte, un poco folli.
Il nostro gruppo l'aveva accolta con entusiasmo, i tre ragazzi ne erano rimasti affascinati ma essendo più giovani di lei avevano subito abbandonato ogni desiderio di conquista limitandosi ad un'amicizia fatta di risate e tanti scherzi. Noi quattro ragazze ci eravamo subito affezionate alla nuova arrivata: ci isolavamo spesso immergendoci in chiacchere senza fine.
Silvia ed io andavamo sempre più d'accordo e spesso sparivamo insieme e facevamo lunghe passeggiate nelle quali lei portava la sua macchina fotografica con la quale sperimentava il suo sperato futuro da fotografa. Ci perdevamo felici nella natura, lasciandoci trasportare da corse e giochetti infantili.
Quando arrivò Tom, Silvia ne rimase colpita e la sua timidezza nascosta ebbe il sopravvento.
Ma l'allegria di Tom la trascinò in pochissimo tempo e i due scoprirono di divertirsi molto insieme.
Il pomeriggio Tom ci propose un giro in bicicletta e noi accettammo entusiaste sperando di coinvolgere anche gli altri. Purtroppo i nostri amici rifiutarono, piuttosto seccati di vedere Tom e Silvia andare così d'accordo.
Perciò noi tre ci avviamo tra i sentieri incontaminati che costituivano una bella attrazione per i turisti. Passammo una giornata splendida e la sera di demmo il fatidico appuntamento.

domenica 3 gennaio 2010

CAPITOLO 2

CAPITOLO 2

Sul monte dove, da diciassette anni, passavo le mie vacanze e dove ormai conoscevo tutti, era arrivata una famiglia che aveva affittato la bella villetta al centro del paesino.
Era una famiglia molto gentile e spigliata e si era subito ambientata nel nostro grazioso paese di villeggiatura.
I genitori Grun erano moderni e allegri e provenivano dal Belgio. Mentre i tre figli erano nati tutti in Italia, a Firenze.
La figlia diciottenne, Silvia, si era subito affiatata nella nostra compagnia mentre il piccolo Marcello aveva contribuito a formare la banda di giocherelloni costituita dai piccoli villeggianti.
Il paese è veramente molto piccolo e la maggior parte degli abitanti viveva lì solo d'estate, anche perché la neve lo imbiancava da novembre ad aprile.
Ma devo parlare di Nicola, il figlio maggiore della famiglia Grun, per questo cambio volentieri discorso.
Nicola sembrava non gradire molto la scelta dei genitori di passare le vacanze sperduti tra i monti, ma ne era costretto da un patto: un mese in montagna per poi volare un mese in giro per la Spagna con i suoi amici.
La maggior parte del tempo, Nicola lo passava in casa concedendosi qualche giro in moto nelle stradine e nei sentieri dove era possibile.
In una settimana Nicola l'avevo visto due volte, alla festa del primo luglio alla quale era rimasto tutto il tempo al banchetto per poi fuggire in sella alla sua moto da cross, la seconda volta qualche giorno dopo alla messa domenicale.
Effettivamente era un bel ragazzo. Si potevano intuire le sue origini nordiche dei genitori, ai quali somigliava molto. Era alto con un fisico slanciato, aveva ricci capelli biondi, piuttosto corti, due profondi occhi blu ed un sorriso accattivante. Anche se, sinceramente, gli occhi e il sorriso non li avevo ancora notati la prima settimana...E non mi ero nemmeno innamorata in quei primi giorni, al contrario di altre ragazze che esaltavano continuamente la sua bellezza esortando la sorella a farlo uscire, a presentarlo. Ma loro lo vedevano spesso in giro in moto, mentre io non avevo ancora avuto la fortuna di incontrarlo.
Il giorno in cui mi proclamai apertamente innamorata di Nicola fu il martedì seguente mentre stavo passeggiando tranquilla in compagnia di Silvia, indubbiamente una piacevole compagnia, allegra e divertente.


Lo incontrammo che correva con la motocicletta in una delle strade meno frequentate, salutò la sorella con un gesto della mano e sfrecciò via veloce e sicuro. Incominciai allora a parlare con Silvia del suo ammirato fratello. Silvia smentì molto miei pensieri: Nicola non aveva nessuna ragazza di cui sentire la mancanza e nemmeno una delusione alle spalle, non era un tipo chiuso ma piuttosto sveglio e spigliato, il suo stupido comportamento, raccontava Silvia, mirava a non dare soddisfazione ai genitori che l'avevano costretto lì assicurandogli divertimento e tanta compagnia, ma lui voleva dimostrare che si annoiava.
Intuii che Silvia era molto affezionata a Nicola e probabilmente anche lui era attaccato alla sorella e al fratellino Marcello, un bambino simpaticissimo e molto vivace.
Dopo qualche minuto Nicola ripassò sulla nostra strada, rallentando sempre di più e fermandosi davanti a Silvia, rivolgendole un sorriso affettuoso.
Già, dovevo ammetterlo, era molto bello, avevo scoperto il suo sorriso, avevo visto i suoi occhi illuminarsi e non mi aveva ancora guardata. Un attimo però, perché si girò sorridendomi indifferentemente e Silvia me lo presentò tutta entusiasta.
"Una mia cara amica, Marta, e lui è Nicola, il mio caro fratello!"
Ci stringemmo la mano e finalmente sentii la sua voce profonda e simpatica "Piacere di conoscerti, se sei riuscita ad arrivare fin qui in compagnia di mia sorella ti faccio i complimenti, hai molta pazienza...e un buon udito!"
Mi scappò un sorriso divertito e ribattei "Volevamo fare una gara a chi parla di più!"
Silvia intervenne allegramente pungente:"Penso che potrebbe parteciparvi anche Nicola ed avrebbe molte probabilità di vincere!"
"Bene, dichiaro aperta la sfida!" annunciò Nicola in modo solenne.
Prese la moto per il manubrio e la spinse lungo la strada, Silvia ed io ci guardammo scambiandoci un sorriso accondiscendente. Ci incamminammo veloci sino a raggiungere il nostro sfidante che aveva conquistato subito la mia simpatia: la sua presenza e il suo sorriso mi avevano fatta subito sentire a mio agio.
Ero felice e non parlavo, Silvia non parlava ma aveva un sorriso gigante, faceva fatica a trattenersi, Nicola zitto zitto sembrava indifferente.
Passarono alcuni minuti, Silvia mi guardò poi entrambe guardammo Nicola e tutti e tre scoppiammo a ridere in una risata fragorosa.


Arrivammo a casa loro, si fermarono entrambi, Silvia mi salutò amichevolmente.
"Ciao bella, ci vediamo domani? Sai, ora è meglio che torni a casa, almeno qualche compito dovrò farlo..."
"Stasera che fai?"domandai.
"Rimango a casa, i miei hanno ospiti. E tu ti vedi con gli altri?"mi chiese
"No, non penso, oggi sono andati tutti al lago e torneranno tardi. Beh, ci vediamo!"
Nicola e Silvia si scambiarono un sorriso complice poi Silvia si rivolse a suo fratello, lanciandomi occhiate maliziose:"Nicola, accompagni a casa Marta? Sai, abita piuttosto lontano..."
"Ah sì?" si interessò lui "Hai paura ad andare in moto?"
"No, non troppo ma..."risposi titubante.
"Andiamo allora!" Sentenziò lui deciso.
"Grazie, ciao Silvia!" e salii sulla moto.
E' stato il viaggio più lungo della mia vita. Gli indicai la strada per casa mia ed arrivati, scesi in fretta dalla moto, lo guardai sorridendo meglio che potevo, lui ricambiò sincero e finalmente parlò:"Hai perso la voce, Marta?"
"Sì, ogni tanto la perdo, ma anche tu!"
"Solitamente in moto non parlo, mi concentro nella guida."affermò con serietà.
"Hai sempre la risposta pronta, vero?"
"Sì, ti dispiace?"
"Un po', tu ti diverti, invece..."
"Già, ma...ce l'hai con me?"
"No, anzi...Tu...piuttosto?"
"Io ce l'ho con tutti qui, non volevo venirci...però se ce l'avessi con te non ti avrei accompagnata!"
"Certo...però non è colpa mia se sei qui..."
"A volte rispondo male, scusa, quà la mano!"
Gli diedi la mano sorridendo e abbassai timidamente lo sguardo. Nicola mi scompigliò affettuosamente i capelli, accese la moto e ripartì.

sabato 2 gennaio 2010

CAPITOLO 1

CAPITOLO 1

"Che ne diresti di un bel picnic in mia compagnia?" mi chiese Tom con uno sguardo divertito.
Ero immersa nei miei pensieri che nemmeno sentii la proposta di Tom. O, forse, non volevo sentirla.
Tom, il mio fratellone, ha diciannove anni ed è un gran bel ragazzo: sempre circondato da affascinanti compagnie femminili.
Conoscevo perfettamente il motivo della sua domanda: invitando me sperava di arrivare a Sandra, una mia cara amica che Tom neppure conosceva...
Sandra viene spesso a trovarmi a casa ma lui non è mai riuscito ad incrociarla, la conosce di vista e per sentito dire. Infatti, Sandra, è stata la ragazza di Denis, il migliore amico di Tom...

Dunque quando Tom mi rifece la proposta abbandonai i miei pensieri e mi affrettai a chiarire la mia opinione:
"No, mi dispiace ma non posso ed inoltre io non farò niente per aiutarti a conquistare Sandra. E' già stata presa in giro dal tuo amico e non voglio che lo faccia anche tu!"
"Perché dovrei prenderla in giro? A me piace, te l'ho detto..." risposte Tom con aria innocente.
"Ti piacerà finché non l'avrai conquistata, poi te ne troverai un'altra!" pronunciai con aria seccata.
"Che considerazione per tuo fratello!" disse lui un po' dispiaciuto.

Una voce dal giardino mi aveva interrotta, avevo capito perfettamente chi era: il solito Denis.
"Ti diverti ad origliare alle finestre?" domandò Tom un po' infastidito da quest'arrivo improvviso dell'amico.
"Veramente venivo a trovarti" e saltò attraverso la finestra del salotto dove Tom ed io eravamo seduti.
Denis mi diede un buffetto sulla guancia e aggiunse "E salutare la tua sorellina..."
Io mi alzai di scatto e lo salutai scocciata.
Uscendo dalla stanza lo sentii ridere divertito.
Forse solo ora mi accorgevo del suo atteggiamento arrogante, della sua maleducazione.

Volevo rilassarmi, riposare un po' ma l'indomani avevo una verifica e non mi ero ancora esercitata.
Mi sistemai sulla scrivania della mia camera e poco dopo riuscii anche a concentrarmi.



La verifica di Mate era andata piuttosto male ma non potevo esserne sicura perciò non mi preoccupai più di tanto. Piuttosto ero in ansia per Sandra, era il terzo giorno che mancava da scuola e non rispondeva al telefono, mandava la madre la quale diceva che Sandra era a letto, che stava meglio e sarebbe tornata a scuola il giorno dopo.
La stessa frase per tre giorni di seguito.
Nonostante ciò l'avrei richiamata anche oggi.

Mi stavo lasciando coinvolgere dalla delusione della mia amica, mollata in modo brutale da Denis, forse perché la comprendevo visto che ero piuttosto abituata a delusioni cocenti.
L'ultima mi era capitata proprio tre mesi fa, durante le vacanze di luglio in montagna e, da allora non avevo ancora smesso di pensarci. La "cotta" per quel ragazzo non era ancora passata, il ricordo era ancora vivo e faceva ancora male.

venerdì 1 gennaio 2010

STORIE DI AMORE E DI AMICIZIA - 1990 - 16 anni


Non è sicuramente la prima storia scritta ma è la prima che ho ritrovato, vorrei quindi partire da qui. Anche se mi sento un po' in imbarazzo a trascrivere frasi, parole e pensieri di quasi 20 anni fa...Riordinare questi fogli, quaderni e appunti è però piacevole e anche divertente.

Questa storia la iniziai un'estate in montagna. Avevamo una cascina molto molto spartana, senza acqua nè elettricità in cui passavamo gran parte delle nostre vacanze estive. Lì, potevo dare sfogo ai miei sogni di ragazza e scrivere, leggere e scrivere...

Ricordo con gratitudine quegli anni e quei momenti.

Chissà se riuscirò a trascrivere fedelmente la storia.

Si tratta di un racconto nato dai sentimenti suscitati dal primo amore, con le parole semplici e un po' infantili di una ragazza di 16 anni (nel 1990...).

Buona lettura!


-.-

Come potete leggere nella pagina iniziale del sito La casa di Alchemilla, il 2010 è l'anno degli impegni scritti e certificati, mi impegno quindi a postare due capitoli a settimana (lunedì e giovedì)