giovedì 30 dicembre 2010

9 - Cambiamento di programma

Svegliarsi con accanto Marta per Brad fu una piacevole sorpresa, rassicurante e deliziosa.

Marta invece si sentì inizialmente imbarazzata, poi confusa tanto che corse velocemente in bagno a guardarsi lungamente allo specchio.
Voleva guardarsi mentre mandava a monte il suo progetto,  il sogno di viaggio in solitudine che coltivava da cinque anni. Si sentiva incoerente, sopraffatta da quel nuovo sentimento. “Sto facendo un errore? Sto sostituendo il mio sogno con un altro?”
Poi si accorse che  i dubbi nascevano pensando alle persone che erano a casa, ai loro commenti e alle loro convinzioni. Perché se ascoltava solo se stessa sentiva che stare con Brad, in questo momento, era quello che voleva, era quello che la faceva sentire serena. Non potevano esserci dubbi, sarebbe partita con lui, avrebbe vissuto alla giornata, come si era ripromessa partendo, e non si sa mai quello che la giornata ci offre, a volte, è un deciso cambiamento di programma!
Quando tornò in camera, dopo parecchi minuti, ad attenderla c’era una profumata colazione appoggiata sul letto. “Questo è proprio un sogno…” Spesso non accettiamo la felicità perché non ce ne sentiamo degni, a volte ci sentiamo in colpa nei confronti di chi non è felice  e ci costringiamo a non esserlo, ad allontanare la felicità, a cercare sempre qualcosa di nascosto che possa distruggerla. Oggi Marta decide che non ci deve essere per forza un motivo per cui capitano certi momenti di felicità e nemmeno vuole spiegarsi perché proprio a lei, oggi Marta decide di godere della vita, di essere grata per quello che le accade. Oggi Marta è felice e basta.
Dopo la colazione a letto, qualche battuta divertente e un po’ di scherzi affettuosi Marta e Brad si ritrovarono abbracciati, stretti, si ritrovarono a baciarsi con insistenza e videro uno negli occhi dell’altro che il desiderio voleva avere la meglio, che era il momento, non era né presto, né tardi, non dovevano pensarci, dovevano solo lasciarsi andare.
Ma la vita non è un film, questo infatti non accade mai nei film, quando si accorsero di non avere le necessarie protezioni cercarono di spegnere la passione, che scemò lentamente e cercò in tutti i modi di avere la meglio sul loro buonsenso. Ma non vinse.
Si rivestirono un po’ a disagio, piuttosto turbati per l’accaduto ma consapevoli di avere ancora tanto tempo per amarsi senza correre inutili rischi.
Marta e Brad lasciarono New York a malincuore, sarebbero rimasti volentieri ancora un po’ a godersi le possibilità offerte da questa immensa città.
L’arrivo a Los Angeles fu piuttosto traumatico, l’agente di Brad lo attendeva all’aeroporto e lo rimproverò per il suo ritardo visto che ormai ne era chiaro il motivo, attraversò velocemente una città enorme, caotica e trafficata per portarlo a casa dove avrebbe dovuto cambiarsi velocemente perché entro un’ora doveva essere presso un’emittente televisiva per la promozione del film.
Senza nemmeno rendersene conto Marta si ritrovò sola a Los Angeles nell’elegante casa di Brad.

lunedì 27 dicembre 2010

8 - L'attesa

Brad sentiva che Marta era una ragazza diversa da quelle che era abituato a frequentare.
Era attratto dal suo essere così allegra e, a tratti, infantile ma questo lo preoccupava perché non sapeva come comportarsi, non voleva ferirla, voleva proteggerla.
Dopo quel bacio la giornata era continuata ricca di scoperte e luoghi da vedere; dopo quel bacio camminavano mano nella mano, si guardavano più spesso di prima; dopo quel bacio ne seguirono molti altri, ogni angolo di strada era l’occasione per baciarsi, in ogni tragitto in auto si scambiavano qualche effusione. Brad si sentiva un ragazzino, Marta si sentiva se stessa.
Non rientrarono in hotel prima di cena perché la guida propose loro un ristorante molto romantico sulla via del ritorno e ne approfittarono.
Quando arrivarono in hotel erano entrambi molto stanchi e sudati dopo la lunga scorrazzata, il caldo oggi era aumentato.
Brad accompagnò Marta sulla porta della stanza e, anche se a fatica, si salutarono.
Era ormai mezzanotte quando Marta si mise a letto. Domani sarebbe partita per Los Angeles durante la mattinata, non sapeva di preciso a che ora ma erano d’accordo che sarebbe passato a chiamarla verso le otto, visto che entrambi si svegliavano sempre piuttosto presto. Domani sarebbe partita per Los Angeles con Brad Pitt. Non nascondeva che pronunciare questo nome la metteva a disagio, era solo una stella nascente ma non poteva negare di sentire una sensazione piacevole anche per il fatto che l’uomo con cui aveva passato questi splendidi giorni fosse anche Brad Pitt.
Brad non riusciva a dormire, pensava che se anche lei avesse voluto stare con lui non avrebbe saputo come trovarlo perché non sapeva il numero della sua camera. E anche se l’avesse saputo gli sarebbe venuto il dubbio che lei non avesse il coraggio di cercarlo e quindi si sarebbe trovato nella medesima situazione.
All’una Marta che non dormiva assolutamente sentì un timido bussare alla porta. La reazione istintiva di spavento si placò immediatamente sostituendosi alla speranza di sentire la sua voce: infatti era Brad che entrò con un atteggiamento tra l’imbarazzato e il divertito, inventando che non si ricordava di averle comunicato il programma del giorno seguente.
Non avvenne niente quella notte, oppure tutto perché Brad e Marta restarono a lungo abbracciati, in silenzio, a coccolarsi, a guardarsi, a cercare ognuno negli occhi dell’altro la conferma dei propri sentimenti e del proprio desiderio.
Ma conclusero, senza parole, che avevano ancora molto da dirsi e da farsi prima che quel desiderio arrivasse a compimento.

giovedì 23 dicembre 2010

7 - Il bacio

Aprendo gli occhi al mattino Brad pensò che gli sarebbe piaciuto trovare Marta accanto a sé, sentiva il desiderio di abbracciarla e accarezzarla.
Quando Marta aprì gli occhi pensò che spesso le capitava di non volersi alzare al mattino per continuare a sognare, invece oggi si accorse di essersi addormentata senza sogni e di non vedere l’ora di cominciare una nuova giornata.
Fu pronta che erano solo le 8.00 non sapeva quale fosse la camera di Brad ed era certa che non sarebbe venuto a cercarla prima delle 9.00, ancora non si erano dati appuntamento. Scese quindi nella hall per guardarsi un po’ in giro, invece lo incontrò, anche lui alla ricerca di qualcosa da fare per passare il tempo.
Oggi Brad le propose di non camminare: “Se ti va ho trovato una persona che ci farebbe fare il giro della città fino ad Harlem, ma anche Brooklyn, tutto quello che vogliamo. Ci potremmo fermare dove e quando vogliamo e in più ci racconterebbe un po’ di storia della città. Che ne dici?”
“Dico che non potevi avere un’idea migliore! Dopo tutti i chilometri che abbiamo fatto ieri non credo che oggi avremmo potuto ripeterci.”
Brad temeva che Marta avrebbe voluto continuare a soffrire per visitare New York, il fatto che avesse accettato con tanto entusiasmo lo sollevò.
La giornata passò veloce e intensa, Marta sentiva di avere New York nelle proprie mani, poteva vedere tutto quello che desiderava e poi nei giorni successivi si sarebbe dedicata ad approfondire ciò che più l’avrebbe colpita.
Brad e Marta non avevano ancora parlato dei giorni successivi. Quello che stava accadendo fra di loro non era chiaro, Brad non voleva che accadesse niente in modo forzato, veloce, innaturale e Marta era talmente presa dalla città, dai suoi sogni che nemmeno pensava che Brad potesse non farne più parte già dall’indomani.
Brad pensò di essere diretto: “Domani devo essere a Los Angeles!”
Marta non parlò ma il suo sguardo di terrore colpì Brad più di ogni parola e si affrettò ad aggiungere istintivamente, senza nemmeno averlo programmato:”Ti andrebbe di venire con me?”
Marta non si aspettava questa proposta, ma era chiaro che la gradiva e si affrettò a rispondere:”Pensi che non ci sarebbero problemi?”
“No, assolutamente. Mi sono appena trasferito in una casa molto carina, potrei ospitarti, sempre che tu non preferisca stare in hotel…”
Marta sorrise arrossendo, una parte di lei fingeva di non accorgersi di essere attratta da Brad:”Mi farebbe molto piacere…”
Si era creato un certo imbarazzo tra di loro, finora non era mai capitato che restassero senza parole e Brad sentiva più forte dentro di sé il desiderio di quella mattina quindi le si avvicinò lentamente e la baciò.
Marta provava la sensazione meglio descritta dai film quando tutto il mondo attorno scompare e restano solo lui e lei e il loro lungo appassionato inaspettato bacio.
Marta aveva 19 anni ma era ancora molto bambina, per certi versi. Aveva avuto solo Giorgio nella sua vita, nessuna altra storia, sempre con lui dall’età di 15 anni. E la loro storia era cresciuta molto lentamente, avevano saputo assaporare ogni tappa a lungo, senza correre.
Trovarsi abbracciata e baciata dall’uomo più bello e sexy che avesse mai visto era una sensazione nuova, travolgente e, stranamente, senza sensi di colpa.
Era capitato ancora che qualche ragazzo la corteggiasse magari anche insistentemente ma lei era sempre stata irreprensibile, fedele al suo Giorgio, fin troppo intransigente per le sue amiche che la invitavano a vivere altre storie per non pentirsene in futuro.
Adesso, era certa, non si stava pentendo di quello che stava accadendo, anzi avrebbe vissuto questi momenti con tutta la gioia che ne derivava.

lunedì 20 dicembre 2010

6 - New York

Brad sapeva di avere molti impegni e un'agenda fitta per la promozione del film, sapeva anche che si era preso qualche giorno libero per se stesso dopo la rottura con la fidanzata e  gli impegni degli ultimi tempi, aveva quindi deciso di fare una breve vacanza in Italia. Ma il tempo libero era terminato e oggi stesso avrebbe dovuto rientrare a Los Angeles.
Siccome gli impegni più importanti erano fissati per venerdì, accampando una serie di fantasiose scuse era riuscito ad ottenere il permesso di passare ancora un paio di giorni a New York. Si chiedeva se quel bisogno di rimandare il rientro a LA fosse dovuto a Marta, o fosse piuttosto a quello che provava stando con Marta, perché si sentiva libero, un po' incosciente e soprattutto il suo divertirsi con poco lo contagiava.
Nella sua camera Marta pensava che le ore passate in aereo l'avevano avvicinata a Brad in un modo che non conosceva, si sentiva coinvolta da lui, ma sentiva forte il piacere di essere ascoltata, piacere che nella sua vita pur circondata di parenti e amici, non aveva mai provato così forte; le sembrava di aver trovato qualcuno con cui condividere pensieri ed emozioni, senza condizioni, solo per il piacere di farlo. Una sensazione che non conosceva.
Non si erano dati appuntamento, ma il mattino successivo verso le 9.00 Marta sentì bussare alla porta, era già pronta per uscire perché non aveva intenzione di passare le ore negli Stati Uniti a dormire in un albergo e nonostante si fosse addormentata molto tardi si era concessa solo un'oretta in più di sonno.
Aprì contenta che Brad la fosse venuta a cercare, la faceva sentire sicura di sé.
Fecero colazione insieme e iniziarono a parlare animatamente come durante la traversata dell'Oceano: camminarono per molte ore, presi dalle loro parole e da tutto quello che New York può offrire.
Siccome la giornata era assolata, il cielo azzurro senza nuvole e la temperatura estiva non troppo calda, poterono percorrere molti chilometri: si fermarono parecchio tempo a Central Park raccontando uno per uno i film che avevano avuto come sfondo questo affascinante parco; si fermarono ad ammirare il Plaza e percorsero tutta la quinta strada, fermandosi spesso a commentare ciò che vedevano, per osservare meglio e naturalmente per fotografare, visto che nel budget di Marta per questa vacanza una parte cospicua era destinata alle spese per i rullini e le successive stampe fotografiche.
Ammirarono l'imponente St.Patrick Cathedral circondata dai grattaceli e si fermarono alla Public Library.
Le biblioteche erano un'altra passione in comune: Brad amava particolarmente l'architettura e l'estetica mentre per Marta erano la pura magia che scaturisce dai libri. Entrambi amavano leggere ma per Marta era qualcosa di indispensabile, Brad scoprì quindi che Marta oltre a divorare film era un'avida consumatrice di letteratura.
La biblioteca di New York li travolse a lungo. Quando riemersero continuarono fino all'Empire State Building, che per una cineasta che si rispetti, è tappa obbligata fino alla sua cima, teatro di romantici film.
Le numerose soste, la piacevole compagnia e il caldo sopportabile e, anzi, piacevole, non fece loro pesare i numerosi chilometri percorsi, continuarono deviando in Union Square e raggiunsero Madison Square, dove termina la quinta strada.
Continuarono poi fino a Wall Street, ammirarono il ponte di Brooklyn e si fermarono a Battery Park.
Si era fatta ormai sera,  i piedi un poco doloranti non davano particolarmente fastidio, ma avvertivano che  l'autonomia era terminata e, nonostante avessero mangiucchiato per tutto il giorno, sentivano il bisogno di sedersi per una rilassante cena.
Chiamarono un taxi che li portò in hotel dove si preparano per cenare in un piccolo ristorante e la cena si rivelò un momento in cui raccogliere le idee della giornata, assaporare la fortuna di essere lì e programmare la giornata successiva.
Era ormai mezzanotte quando rientrarono in albergo e si salutarono affettuosamente come la sera precedente, con una luce particolare negli occhi.

giovedì 16 dicembre 2010

5 - L'appuntamento

L'hotel in cui arrivarono, dopo un viaggio in taxi silenzioso in cui Marta guardava smaniosa fuori dal finestrino, cercando di godersi ogni strada, ogni angolo, ogni centimetro di quella immensa città, era invece molto elegante.
Marta non voleva sorprese per la sua prima tappa, voleva essere sicura di non sbagliare, quindi aveva prenotato una costosa stanza al Hotel Sheraton a Manhattan, sulla settima strada, a due passi da Broadway, vicinissimo al teatro Carnegie Hall e a poche centinaia di metri da Central Park: praticamente un sogno che si realizzava!
Si diedero appuntamento dopo un'ora dall'arrivo in hotel. Erano le 19.00 Marta era visibilmente stanca ma non si sarebbe lasciata sopraffare da questa condizione.
Arrivò nella stanza e si mise subito a svuotare il volutamente misero bagaglio: non poteva indossare i vestiti del viaggio ma erano i migliori che avesse, non poteva nemmeno telefonare a sua sorella che sarebbe stata sicuramente in grado di realizzare una composizione perfetta con quel poco che aveva: la prima ragione era che la chiamata sarebbe stata troppo costosa, la seconda che non voleva condividere quest'incontro.
Si ricordò di tutti i suoi valori, di tutte le coinvolgenti tesi racchiuse nei suoi temi che avvalorano la solita frase "l'abito non fa il monaco" e quindi si dirisse verso la doccia, si rilassò per un lungo periodo, sprecando molta acqua e si distese per qualche minuto.
Forse non avrebbe dovuto rilassarsi così tanto perché si addormentò, profondamente.
Brad aveva fatto qualche telefonata e contattato qualche conoscente per organizzare una bella serata con Marta, anche lui era piuttosto affaticato ma voleva passare ancora un po' di tempo con lei.
Quando si accorse del ritardo di Marta decise di aspettare un po' perché conosceva bene le donne e sapeva che farsi aspettare faceva parte del gioco. Ma quando i minuti cominciarono ad aumentare intuì quello che era successo. Il pensiero che lei non si non si fosse presentata all'appuntamento non lo sfiorò nemmeno, quindi chiese alla reception di poter chiamare la stanza di Marta.
Marta aprì gli occhi allo squillo del telefono e il suo sguardo cadde immediatamente sul'orologio appeso in camera: 20,30. Rispose maledicendo tutte le ore passate a dormire nella sua vita, promettendosi che non avrebbe dormito mai più perché dormire fa perdere i treni...Per fortuna la voce al telefono era quella di Brad che si rassicurava della sua salute e lei si scusò mestamente per il ritardo, chiedendogli di attendere ancora un quarto d'ora.
Così il problema dell'abbigliamento divenne minimale rispetto a quello dei capelli che rimasti ad asciugare con la testa appoggiata al cuscino avevano assunto una forma molto artistica. Quello che non le era mai riuscito in cinque anni di scuola superiore: rendersi presentabile in un quarto d'ora la mattina prima di uscire di casa, le riuscì invece perfettamente questa sera, tanto che si chiese se i vantaggi della maturità non siano anche questi.
Brad le sorrise affascinato dall'aria ingenua, e un po' colpevole, di Marta e lei ricambiò radiosa, inconsapevole dei pensieri divertiti di lui.
Brad sembrava leggerle nel pensiero per come aveva organizzato la serata, anche se, pensò Marta, non aveva nemmeno troppo bisogno di cercare nel suo pensiero in quanto gli aveva raccontato quasi tutto durante le otto ore del viaggio.
Nonostante lei fosse molto affamata si limitarono ad un paio di stuzzichini prima di raggiungere un teatro a Broadway in cui presentavano uno spettacolo che era in cima alla lista nelle cose da vedere: Grease.
Le sembrava di vivere un film e si chiedeva se probabilmente non si trattasse di uno dei suoi frequenti sogni ad occhi aperti vissuto con più intensità del solito.
Per cena consumarono qualcosa di veloce in uno dei numerosi bistrot e dopo una breve passeggiata decisero di ritornare in hotel perché non si può tener testa più di tanto alla stanchezza senza che questa faccia male.
Si salutarono affettuosamente nella hall dell'hotel perché per salire alle loro stanze dovevano prendere due ascensori differenti. Ma mentre stava entrando nell'ascensore Brad la raggiuse: "In effetti è piuttosto tardi è meglio che ti scorto fino alla porta della tua camera, per sicurezza."
Marta accettò volentieri le premure di Brad e la sua mente  annebbiata dal sonno e dalle emozioni  non interpretò diversamente il gesto di Brad.
Nonostante Brad fosse uomo dalle mille avventure, anche solo per le teorie di Marta sulla bellezza che tutto può, non lo sfiorò minimamente l'idea di entrare in camera di Marta, la vedeva come qualcosa di meglio di una ragazza da portare a letto.
E per fortuna non confidò a Marta i suoi pensieri altrimenti lei avrebbe trovato le forze per fargli un lungo discorso sul valore della donna, sul come gli uomini trattano le donne e su come le donne si lascino usare. E probabilmente nel suo letto non avrebbe mai avuto la possibilità di entrare.

lunedì 13 dicembre 2010

4 - Brad Pitt?!

Quando Marta realizzò che quell'uomo accanto a lei era lo stesso attore che aveva animato alcuni suoi sogni non si scompose più di tanto, questa scoperta avveniva dopo una lunga chiacchierata durata quasi quattro ore interrotta solo dall'aperitivo e dal pranzo offerti dalle hostess. Arrivò quindi in un momento in cui tra lei e Brad si era creata una certa intimità; si era molto aperta con lui, si era sentita ascoltata e spesso anche capita.
La descrizione più corretta del sentimento di Marta è l'accoglienza. Si era sentita accolta, a tratti coccolata da quest'uomo tanto più grande di lei ma così vicino a lei per idee, sogni e interessi.
Quindi non fece scene isteriche da fan scatenata, senza bisogno di trattenersi o di pensarci, le venne proprio spontaneo reagire così.
Parlarono quindi degli altri film interpretati da Brad e lei confessò di non averli ancora visti, di non averne neppure sentito parlato.
Brad era affascinato da Marta, anche la sua sincerità, a volte poco diplomatica, lo colpiva. Provava una sensazione simile a Marta, lui si sentiva a casa parlando con lei. Esprimeva certe opinioni che si sarebbe ben tenuto per sé se avesse discusso con qualcun altro. Si divertiva anche molto per l'ingenuità di questa ragazza che oscillava tra momenti di serietà e maturità ad altri in cui sembrava cadere dalle nuvole e rideva come una bambina.
Quando atterrarono all'aeroporto JFK a New York entrambi pensarono che il viaggio fosse stato più breve del previsto, ma entrambi erano piuttosto stanchi perché si erano concessi ben pochi momenti di riposo, entrambi si chiesero solo ora se con le loro chiacchiere e le loro risate avessero disturbato i silenziosi compagni di viaggio. Questi pensieri non se li confidarono, si limitarono a scendere silenziosamente e a camminare accostati fino al nastro del ritiro bagagli.
Mentre attendevano l'arrivo delle valige Brad chiese:"Hai già la prenotazione dell'hotel qui a New York?"
Marta rispose di sì, si era già preoccupata di cercarne uno in centro ma era l'unico hotel prenotato per il resto aveva molte informazioni, indirizzi e numeri di telefono ma nessuna prenotazione, né voli né hotel, particolare che aveva taciuto ai suoi genitori, voleva vivere alla giornata.
Brad si offrì di accompagnarla in hotel e aggiunse: "In realtà io non ho ancora prenotato nulla...Potrei fermarmi al tuo hotel così, se ti va, possiamo cenare insieme!"
"Certamente, non è un hotel molto lussuoso ma è proprio in centro, mi piacerebbe molto fare una passeggiata già stasera!"
"Non sono un grande esperto di New York ma potrei riuscire a farti una sorpresa."
Marta lo guardò incuriosita e affascinata, un po' le gambe le tremavano e si sentiva anche un po' stordita ma sorrise e si concentrò alla ricerca del suo bagaglio "Essenziale..." pensò non certo adatto ad una cena con Brad Pitt!

giovedì 9 dicembre 2010

3 - Un vicino spettacolare

Appena i suoi occhi incrociarono quelli dell’uomo accanto, Marta si sentì come spedita in un’altra dimensione, senza memoria del passato, senza interesse per il futuro, solo persa nel presente di quegli occhi. Ma, naturalmente, non lo diede a vedere, riuscì perfettamente a controllare le proprie emozioni e a salutare con il suo perfetto inglese l’affascinante passeggero.
Perché la bellezza non è tutto, anzi non è niente, si era sempre ripetuta. Così anche quest’uomo prestante, con penetranti occhi azzurri, una barba incolta ma non troppo, capelli lunghi ma non troppo, biondi ma non troppo e uno sguardo, sì quello troppo, non doveva farle cambiare idea.
Marta si era sempre chiesta perché la bellezza fosse distribuita in modo così disomogeneo tra gli esseri umani. La maggior parte delle persone può definirsi comune, né bella ma nemmeno brutta. Qualcuno invece rapina altri di tutti i pregi estetici che un corpo può avere. Non è giusto, si ripeteva sempre Marta, ci deve essere un terribile disegno per costringere qualcuno a soffrire tutta la vita per la propria bruttezza. Ma Marta, non per consolarsi in quanto era certamente graziosa, più a detta degli altri che di se stessa, credeva che anche essere particolarmente belli non fosse proprio una fortuna. Perché essere sempre al centro dell’attenzione, essere continuamente oggetto di commenti e complimenti e non dover nemmeno faticare troppo per ottenere quello che si vuole, alla fine, è frustrante.
Questi pensieri la distrassero e la fecero tornare calma e riflessiva, placando l’eccesso di euforia che l’incontro le aveva causato. Questo le permise anche di sentirsi a proprio agio accanto a quel ragazzo che si dimostrò particolarmente simpatico e iniziarono quindi a chiacchierare amabilmente, in inglese, ovviamente, situazione che la fece ancora più felice di quest ’incontro.

Così lei gli raccontò di avere 19 anni, di essere italiana, dato di cui lui si stupì complimentandosi per l’inglese very british di Marta, lo rese partecipe anche della propria avventura, rivelando il suo progetto di viaggio negli Stati Uniti alla ricerca di storie e culture da sempre sentite narrare nei film di cui lei è appassionata.
Brad, questo il nome del suo vicino, non si sbilanciò troppo a parlare di se stesso, dimostrandosi molto interessato a Marta, le pose parecchie domande riguardo al suo viaggio ma era anche curioso di sapere il perché di questa scelta e i motivi che l’avevano portata lì.
Marta e Brad parlarono per parecchie ore, risero per alcune battute di film che aveva entrambi amato, ne criticarono altri, si raccontarono la loro infanzia che avevano vissuto serenamente entrambi amati da una famiglia molto unita.
Marta spiegò che il cinema per lei era una vera passione, spendeva praticamente tutto quello che aveva per andare al cinema o acquistare video cassette di vecchi film. Amava certamente il cinema italiano, si entusiasmava anche per quello francese e apprezzava particolarmente quello inglese ma i film americani la stupivano sempre per la loro perfezione, per l’attenzione ai dettagli e per la spettacolarità ma, in particolare, era curiosa di conoscere una società che sentiva così lontana, così diversa, che se a volte le appariva magica, altre le sembrava crudele, cinica.
Brad si illuminò a sentirla così accesa nelle sue spiegazioni e si aprì con fiducia a Marta raccontandole che lui faceva parte del mondo del cinema americano, ci era appena entrato con tanta fatica e con molte porte sbattute in faccia. Aveva già trent’anni, aveva scelto questa carriera dopo aver studiato all’università senza laurearsi.
Ma adesso era molto felice perché stava andando tutto bene e proprio in questo periodo stava promuovendo un film in cui interpretava la parte del protagonista, un serial killer, e aveva già in corso altri progetti.
Marta dopo questa confessione lo guardò con attenzione, cercando di trovare in lui il viso di un attore che le fosse familiare, che avesse incontrato nelle sue numerose visioni cinematografiche. Poi un’immagine le si fissò nella mente ma fu lui a parlare prima che lei finisse di comporre il puzzle: “Brad Pitt, Thelma & Louise certamente lo avrai visto e immagino ti sarà anche piaciuto.”
“Sì, immagini correttamente. Non ti avevo proprio riconosciuto, comunque. Forse semplicemente perché non mi aspettavo di poter incontrare un attore americano ancor prima di aver toccato terra!”

lunedì 6 dicembre 2010

2 - A bordo

8 luglio 1993, Marta è in fila per salire sull'aereo: è l'ultima!
Non avrebbe voluto essere quasi in ritardo, correre per arrivare in tempo; era partita con largo anticipo da casa,  ma un insieme di traffico, problemi di ansia che l'hanno costretta a fermarsi più volte alla toilette e un paio di altri inghippi accaduti in aeroporto, la vedono costretta a salire per ultima la scaletta che porta all'aereo con le hostess che la guardano sorridenti ma un po' contrariate.
Marta porge loro la carta d'imbarco con un sorriso enorme e un'aria di scuse molto sincera, vede nell'hostess un immediato cambiamento di espressione, molto più indulgenti e ancora più cortesi:"Benvenuta Signorina Meli, ci segua".
Marta le segue aldilà di una tenda, un poco stordita perché i passeggeri sono seduti tutti dall'altra parte. Si ritrova in una stanza con sedili larghi e confortevoli con accanto spaziosi tavolini, una rilassante musica di sottofondo e un inatteso silenzio.
"Prego si sieda,  questo è il suo posto, ci chiami pure per qualsiasi esigenza, tra poco le offriremo un aperitivo."
Istintivamente Marta avrebbe voluto segnalare alle hostess che stavano commettendo un errore, invece si siede come un automa, con l'aria stralunata, stretto fra le dita il foglio della carta d'imbarco: c'è proprio scritto Prima Classe, ma lei è certa di non aver pagato per la prima classe e non ha dubbi che nessuno possa averlo fatto per lei, certamente un errore dei computer o degli operatori. La sua giovane mente capisce in fretta che essendo stata l'ultima a salire non dovrebbe avere grossi problemi a godersi il suo primo viaggio aereo in prima classe!
Il secondo pensiero corre al proprio abbigliamento: per fortuna ha scelto con cura come vestirsi per questo viaggio. Marta non è una persona che bada con particolare attenzione all'estetica ma questa mattina, complice il fatto che si fosse alzata molto prima dell'alba perché di dormire proprio non era questione, si era abbigliata con cura, truccata, ben pettinata e pure spruzzata qualche goccia del profumo tanto chic di sua sorella.
Seduta su quel comodo sedile, con l'aereo in movimento e le cinture già allacciate, si sentiva finalmente quieta, serena e ottimista.
Non aveva ancora guardato il suo vicino.

giovedì 2 dicembre 2010

1 - Pronta a partire

Avere superato la maturità si contendeva il primato di soddisfazione con il viaggio imminente: un viaggio pianificato con cura e desiderato da sempre.
Maturità al liceo linguistico e idee poco chiare per il futuro ma determinazione a godersi fino in fondo la vacanza negli Stati Uniti con partenza immediata, appena terminato l’orale: Marta non è ansiosa di conoscere il voto, può accontentarsi di saperlo per telefono da sua madre, certamente più impaziente di lei, quello che le interessa veramente è partire da sola per quest’avventura.
Risparmia dal primo giorno di scuola per questo progetto, i suoi genitori l’hanno abbondantemente finanziata come premio per l’ottimo lavoro svolto in questi cinque anni, però il fatto di aver contribuito al risultato, di aver compiuto innumerevoli rinunce per questo obiettivo, rende Marta orgogliosa e ancora più smaniosa.

Marta, situazione non frequente, ha scelto la scuola giusta per lei, perché ama le lingue: ha imparato l’inglese con tanta passione; non è mai stata solo una materia scolastica ma anche un hobby, un divertimento, un vero piacere. E lo sanno bene i suoi famigliari e i suoi amici costretti a sorbirsi in continuazione film in lingua originale e qualche volta addirittura senza sottotitoli, praticamente come un film muto per molti di loro.

Marta per questo viaggio ha superato anche lo scoglio del distacco dal fidanzato: non è stato facile, soprattutto per lui. Le litigate erano diventate frequenti e snervanti, ragione per cui Marta ha chiesto a Giorgio un periodo di distacco, doveva concentrarsi con tutta se stessa sull’esame di maturità e non poteva essere distratta da quelli che lei chiamava "i suoi capricci".

Vista l’incombente partenza sembra evidente che la separazione si protrarrà fino al termine della trasferta; Marta sa che potrebbe essere la fine della sua storia ma è consapevole che una relazione che supera una lontananza saprà crescere più forte e tenace: lei non vuole una storiella nata su i banchi di scuola portata avanti più per abitudine che per convinzione, vuole mettere alla prova il loro amore.

Salutare tutti con grandi abbracci e commossi arrivederci, stringere forte tra le braccia il fratellino e le sorelle con sguardi ammirati, rassicurare lo spaventato papà e accettare le ultime raccomandazioni dalla compiaciuta (anche se vorrebbe nasconderlo) mamma; salutate anche le amiche più care e naturalmente Giorgio, che con quello sguardo ti ha fatto ancora una volta capire quanto non approvi questa tua scelta, ma non ha detto nulla, ti ha baciato con passione per ricordarti che lui ti ama e ti aspetterà: Marta è pronta.
Nonostante l’amore che sente per tutte queste persone, non prova dispiacere all'idea di non vederle per parecchie settimane, è veramente euforica, quasi elettrizzata perché salutare loro è la prova che l’avventura sta veramente per cominciare!