lunedì 5 settembre 2011

24 - Solitudine

Un paese piccolo e sperduto in cui c'era tutto quello che serviva per vivere, con poco. Una casa piccola piccola in cui c'era abbastanza spazio per vivere, bene. Il mare davanti a sé, immenso, limpido e consolatorio.
La lunga spiaggia in cui passeggiare a lungo, la foresta di alberi per nascondersi e acquietarsi. Una chitarra per imparare a suonare, perché aveva sempre desiderato farlo ma non ne aveva mai avuto il tempo. Una penna e tanti fogli su cui scrivere. Alcuni romanzi da leggere e rileggere, con tante pagine e tante cose da raccontare. Una serie di pennelli e qualche tela per lasciare che a parlare siano i colori e che le emozioni si stemperino sul tessuto.
Nutrirsi con poco: tutto quello che proveniva dal villaggio e dai suoi dintorni.
Vestirsi con niente: ciò che veniva indossato la sera veniva lavato e al mattino era asciutto e pronto all'uso.
Non serviva la corrente: alla sera andava a dormire quando il buio si faceva scuro e al mattino si alzava con le prime luci. Vedeva ogni giorno l'alba.
Non utilizzava l'auto né altro mezzo di trasporto: tutto ciò che le serviva era raggiungibile a piedi e tutto ciò che desiderava stava davanti a lei (il mare) o appena dietro (la foresta). Tutti i sorrisi di cui aveva bisogno li incontrava ogni giorno per le strade del paese. 
La pace che la circondava scendeva piano piano anche dentro di lei, l'allegria della gente la contagiava lentamente.

Marta aveva iniziato una vita totalmente diversa da quella che aveva abbandonato. Le giornate lente le permettevano di assaporare ogni attimo, di godere della natura, di guardare davvero negli occhi le persone.

Marta si dedicava a tutto ciò che le piaceva fare e che da dieci anni non aveva più fatto. Amava il lavoro che aveva abbandonato ma a causa di questo non aveva più avuto il tempo di essere se stessa. Non aveva potuto coltivare le sue passioni: non leggeva libri da non so quanti anni, non aveva più passeggiato per il semplice piacere di farlo, si era fatta travolgere. Succede spesso che la vita si identifichi con il proprio lavoro, che si venga sempre riconosciuti con il proprio ruolo lavorativo, non più come persona.
Come quando sui giornali si legge la notizia della morte di qualcuno "cameriere viene investito...manager resta ferito..." Non più uomini, donne, persone...

Alla parola solitudine viene spesso attribuito un significato negativo, dietro a questo termine si nascondono sofferenza e paura. Per Marta, in questo periodo della sua vita, la solitudine era una compagna. Grazie alla decisione di lasciare tutto in modo così improvviso Marta aveva potuto uscire da un'altra delusione in modo diverso. Marta si piaceva. Aveva tempo di conoscersi, di stare con se stessa.
Si interrogava sul motivo di tanti insuccessi in amore ma lo faceva con un certo distacco, senza disperazione.
Trovava che la colpa fosse proprio di questo suo non conoscersi, di questo suo alienamento dalla vita reale che durava da più di dieci anni; da quando, a 19 anni, era stata catapultata in quel mondo nuovo e sconosciuto, non aveva più avuto una vita regolare, delle abitudini rassicuranti; cambiava continuamente casa, stato, continente; non c'erano punti di riferimento, persone che vedeva tutti i giorni. Da quasi 12 anni non aveva mai trascorso un anno nello stesso posto.
Questi pensieri non servivano a Marta per recriminare ma per capire che aveva scelto una vita al di sopra delle sue possibilità e più che decidere si era sempre fatta trascinare, o travolgere. Era come su un binario che correva ad alta velocità e non pensava nemmeno che avrebbe potuto scendere, qualche volta, e magari fare un pezzo di strada a piedi, per poter così ammirare il paesaggio e rendersi conto di ciò che le passava accanto.

Qui, in questo paese sperduto, in un angolo sperduto, di questa deliziosa isola, poteva finalmente fare tutto lentamente, assaporare, riscoprire il senso della parola vivere.


23 - Scomparsa

Qualche ricordo (principalmente fotografie e lettere), qualche libro e pochi vestiti: questo quello che Marta mise nella sua borsa, questo quello che portò sull'aereo.
Scomparsa.
La cercavano tutti e i giornalisti interrogavano continuamente amici e parenti per avere sue notizie.
Il telefono squillo per qualche giorno, finché si spense, probabilmente era stato abbandonato da qualche parte ed ora la batteria era scarica.
Un messaggio ai genitori "Starò bene, non preoccupatevi, mi metterò in contatto presto con voi", un messaggio al suo presumibilmente unico amico, George "Perdonami se ti abbandono con tutto il lavoro che c'è da fare...approfitto del fatto che lavorare ti piaccia così tanto e ti lascio anche la mia parte...Saprai capirmi? Lo spero con tutto il cuore. Ti voglio bene."

Non aveva preso le chiavi di casa, non aveva portato con sé nulla, nemmeno il computer. La scomparsa fu denunciata alla polizia che fece controllare anche il conto in banca: c'era stato un prelievo di una somma abbastanza alta ma non considerevole. Le ricerche si interruppero su richiesta dei genitori che avevano certamente ricevuto altre notizie confortanti ma che non vollero condividere con la stampa.
C'erano alcune questioni legali da risolvere per contratti non rispettati e di tutto questo si occupò George che pagò di tasca sua le varie penali. Inoltre si sobbarcò veramente tutto il lavoro che avevano programmato insieme, oltre alle questioni di beneficenza che stavano a cuore ad entrambi.
Ashton, dal canto suo, dopo qualche giorno di stupore e preoccupazione iniziò ad approfittare di questa scomparsa e dell'interesse che aveva suscitato nei mass-media e nel pubblico, fu un occasione per innalzare la propria popolarità e nel giro di qualche settimana l'aveva dimenticata ed era quasi sollevato per non aver dovuto guardarla in faccia e rompere la loro relazione.
Tornò presto tutto alla normalità: c'erano sempre nuovi amori da raccontare, attrici promettenti da presentare e film interessanti da recensire. Le pagine di giornali e i servizi televisivi che parlavano della scomparsa di questa amata attrice diventarono sempre meno, il pubblico si interessò presto ad altri argomenti. 



domenica 4 settembre 2011

22 - Da non credere

Un anno volò sereno e intenso. Marta era tornata sulla luna e avrebbe rinunciato a tutto pur di stare per sempre con Ashton.
Ashton la pensava diversamente. Era giovane e con una promettente carriera. Non era pronto ad impegnarsi o almeno non con Marta.
Questa volta però Marta si accorse che qualcosa non andava, ed era già un miglioramento, lo sentiva allontanarsi forse per la paura di stare troppo vicini. Essere così in sintonia lo spaventava perché sembrava togliergli indipendenza. Chissà perché sentiva di voler fare ancora molti errori prima di trovare la sua strada e quindi la donna giusta. Mentre Marta che aveva già molto pagato aveva bisogno di stabilità e certezze.
Un giorno Marta vide negli occhi di Ashton quella luce dannata che aveva già visto. Capì che era finita ma non se lo fece dire. Non aspetto che lui si inventasse qualcosa da dire o che si scusasse o che trovasse un altra per poterla lasciare.
Una notte restò sveglia per poterlo guardare, per sentirlo vicino per l'ultima volta. Fu difficile lasciare quel letto, fu straziante togliere lo sguardo dal suo viso ma non poteva sentire la parola fine. Non doveva assolutamente sentirla. 
Prese una borsa, ci mise poche cose e uscì di casa per non farci più ritorno.

21 - Un nuovo amore

Gli americani accolsero Marta a braccia aperte. Durante l'anno passato in Italia non avevano avuto molto tempo per dimenticarla perché nelle sale erano comunque usciti i film girati prima di partire.
Dopo la rottura con Ben, Marta aveva cambiato il suo modo di vedere il rapporto con un uomo. Aveva capito che le storie impegnative rischiavano di distruggerla e quindi si era concessa parecchie "storielle" di breve durata, senza pensieri e senza promesse.
Con disinvoltura le sue storie duravano il tempo della realizzazione di un film, oppure del periodo di pausa tra un film e l'altro.
Era una Marta molto più cinica e indifferente.
Quando tornò in America con George fu per girare un film importante e per realizzare altri progetti di beneficenza e sensibilizzazione del popolo americano su alcune problematiche a lei care.
E fu proprio George che le presentò il ragazzo per il quale crollarono ancora un volta le sue difese.
Si innamorò perdutamente di un attore di qualche anno più giovane di lei, attraente e simpaticissimo.
Le storie d'amore che Marta aveva vissuto erano nate tutte spontaneamente, senza sforzi di corteggiamento da una delle parti.
Questa volta invece Marta di trovò a corteggiare spudoratamente Ashton che non sembrava notarla. 
Marta all'età di 29 anni si sentiva un'adolescente innamorata, senza controllo. Si scopriva a seguire Ashton e ad inventare ogni scusa per incontrarlo. E tanto fece che dopo qualche mese riuscì a convincere un regista a sceglierlo come suo collega in un film.
Dopo parecchi mesi in cui aveva fatto di tutto per farsi notare Ashton si accorse di lei un giorno in cui le cadde letteralmente ai piedi.
Non l'aveva fatto apposta, non avrebbe saputo organizzare la scena in modo così perfetto ma inciampando nel posto giusto al momento giusto si ritrovò faccia a terra proprio a un centimetro dai piedi di Ashton.
Il ragazzo la guardò prima sconvolto poi preoccupato infine molto divertito. La raccolse da terra senza riuscire a smettere di ridere e cercando di scusarsi per il suo atteggiamento. 
Chissà se fu il fatto che Marta cominciò a ridere altrettanto, con la sua risata fragorosa a colpirlo o il fatto che nella caduta la maglietta di Marta, non si capisce bene come, si era completamente aperta...

Fu così che Marta si dimenticò, o almeno rimosse, le ferite del passato e iniziò con Ashton un'avventura esilarante. Gli amici raccontano che passavano metà della giornata a ridere e l'altra metà probabilmente a letto oppure in giro per l'America, preferibilmente in motocicletta, con fotocamera al seguito.


20 - Italia

Dopo sette anni negli Stati Uniti Marta tornò in Italia.
Per un paio di mesi si ritirò nel suo paese natale dove provò a condurre una vita normale, passando molto tempo con la famiglia e riagganciando i rapporti con i vecchi amici.
Fu un periodo di serenità e calore. Tutti avevano voglia di stare con lei, di sentirsi raccontare la sua vita di star ma Marta spesso preferiva ascoltare i racconti degli amici, le piacque tornare ad essere quella confidente a cui tutti raccontavano i fatti loro.
Marta, però, amava molto il suo lavoro e presto riaccese il telefono e cominciò a valutare alcune offerte che le veniva proprio dall'Italia.
Iniziò un anno veramente intenso: un tour de force. Era impegnata in un film girato in Sicilia, poi si trasferiva per divertirsi a girare un'interessante fiction in Toscana, per riscendere in Puglia per un altro film e risalire in Lombardia per un altro breve sceneggiato. Amava l'Italia, i paesaggi, la gente, la lingua. Ebbe l'occasione di conoscere e incontrare tanta gente. Si scoprì veramente famosa perché poté realizzare tutti i desideri di ragazza ed incontrare tutti i personaggi che avevano animato i suoi sogni di adolescente. L'Italia era un gioco.
Saltava da una festa all'altra, da una città all'altra, girava come una trottola.
In questo turbinio le arrivò anche una proposta veramente particolare, un sogno che aveva fin dall'età di 7 anni quando vide il suo primo Festival di Sanremo. La invitarono a condurre quello spettacolo e si sentì quasi più felice di quando vinse l'Oscar.
Tornare in Italia era stato come tornare bambina.
Forte delle sue "conoscenze" si trovò ad organizzare una manifestazione di grande livello con ospiti internazionali di tutto rispetto.
Al suo fianco comparve anche un attore americano molto importante con il quale aveva avuto pochi contatti.
Si chiamava George e fu a causa di una sua proposta veramente entusiasmante che Marta salutò ancora una volta l'Italia per partire per gli Stati Uniti con una serie di idee da realizzare.

19 - Ancora

Marta sperava che dopo tre anni insieme in cui avevano saputo amarsi anche nei momenti difficili, finito di girare queste importanti pellicole, avrebbero preso un importante decisione. Era giovane ma sicura di volere una famiglia per la quale era disposta anche a mettere un po' da parte il lavoro.
Fu con questi pensieri in testa che ricevette un messaggio di Ben con scritto "Dobbiamo parlare, ti voglio bene."
Marta tremava, tremava perché difficilmente Ben le mandava dei messaggi, tremava perché si sentiva una stupida che si stava illudendo ma il suo istinto le consigliava di preoccuparsi e lei non voleva farlo, voleva crederci, ancora un volta.
"Marta, ti voglio bene, sono stato felice con te e credo che potrei esserlo ancora ma...ti devo la sincerità, non voglio mentirti...non posso farlo...Mi succede che qui, sul set, non so come si possano dire queste cose ma...ho perso la testa ecco...c'è un'altra. Scusa..."Con queste parole Ben stava colpendo e ferendo a morte la sua Marta, la donna per cui aveva perso la testa tre anni fa e per la quale avrebbe fatto di tutto, fino a ieri...
Lei non disse niente, deglutì per non soffocare e attaccò il telefono. Rimase seduta per un tempo infinito accanto al telefono con lo sguardo fisso e senza pensieri.
Tutte le ferite sembravano una sola, si erano unite e sanguinavano senza darle pace.
Pensò di essere veramente una stupida, si vantava di essere una donna intelligente invece era solo una stupida che non sapeva accorgersi che l'uomo che amava la stava lasciando, che faceva progetti per il suo futuro mentre il suo fidanzato faceva progetti su come portare a letto un'altra donna e per lavarsi la coscienza aveva preferito dirglielo...
Probabilmente c'era qualcosa che non andava in lei, si chiedeva continuamente Marta, era sicuramente una donna noiosa se veniva continuamente mollata dopo un po' di tempo.
Si domandava anche incessantemente come poteva trovarsi sempre impreparata, non accorgersi mai che il peggio stava arrivando.

Si trovò sbattuta ancora sulle prime pagine dei giornali scandalistici come la povera abbandonata. 
Questo però dal punto di vista dei suoi agenti era qualcosa di molto positivo. L'amore del pubblico cresceva, questa ragazza così carina, sorridente, simpatica, ottima attrice di film apprezzati dal pubblico, che veniva lasciata in questo modo, la rendeva un'eroina per tutte le donne americane.
Piovevano le offerte di lavoro, gli inviti in televisioni, le richieste di servizi dai giornali.
Il telefono squillava in continuazione e gli agenti la pressavano con le proposte da vagliare.

C'era solo una cosa da fare.

18 - L'oscar

Marta e Ben erano ormai una coppia. Vivevano insieme da alcuni mesi e si presentavano insieme anche a tutte le occasioni ufficiali. 
La storia con Ben aveva ricucito la ferita di Marta, si sentiva sicura e amata, era pronta ad impegnarsi seriamente con quest'uomo che prima di essere il suo fidanzato e il suo amante, era il suo migliore amico, era la persona con cui si sentiva una famiglia.
Era un periodo d'oro anche per il loro lavoro. Avevano ricevuto entrambi ottime offerte, amavano i film che stavano girando e stavano ricevendo grandi soddisfazioni da quelli in sala.
Successe che il 23 marzo 1998, Ben e Marta, elegantissimi e affascinanti, varcarono mano nella mano la soglia dello Shrine Auditorium di Los Angeles, il primo film girato insieme aveva ricevuto parecchi nomination, erano raggianti e felici.
Quando uscirono Ben, con il suo amico Matt, aveva vinto il premio come migliore sceneggiatura originale.

Durante quell'anno girarono altri due film insieme, era una coppia che funzionava anche sullo schermo. Ma in quell'anno Marta aveva anche una prova molto coraggiosa: la parte di una donna, amata da Shakespeare, che si finge uomo per fare l'attore.
La vita di Ben e Marta scorreva veloce tra il set e la loro voglia di stare insieme in ogni occasione possibile, facevano anche molti km in aereo per incontrarsi il più possibile, anche se fu una vera fortuna poter recitare spesso insieme.

L'anno successivo, il 1999, fu la volta di Marta di salire sul palco dell'Accademy per ritirare la statuetta come migliore attrice protagonista. Fu una serata strepitosa, Marta era bellissima in un abito rosso elegantissimo e raffinato, al centro dell'attenzione sapeva gestire la stampa e la tensione in modo impeccabile, lasciando tutti a bocca aperta per la sua maturità e preparazione. Aveva solo 25 anni ma era ormai un'attrice affermata che entrava alla festa degli Accademy con una statuetta in una mano, mentre con l'altra stringeva forte la mano del suo fidanzato orgoglioso.

Quello che seguì fu però un anno difficile per la coppia. Ben travolto dal successo e forse un po' trascurato da Marta, iniziò ad avere problemi di dipendenze dal gioco e dall'alcool.
Marta non si accorse subito del problema di Ben perché era effettivamente presa dal lavoro.
Stava girando un film dopo l'altro e anche se a volte di trattava solo di parti secondarie, ci metteva dedizione e abnegazione che, troppe volte, rischiavano di allontanare Ben che stava passando veramente un difficile periodo anche sul lavoro. Gli ultimi film girati, infatti, non ebbero molto successo.
Marta amava molto Ben e quando si rese conto di quello che stava succedendo rifiutò alcune proposte per restargli accanto ed aiutarlo a sconfiggere le sue dipendenze. Fu anche su idea dei loro agenti che girarono un altro film insieme: questa volta una storia d'amore fatta proprio per loro, assoluti protagonisti.
Ben apparve molto appesantito e trascurato in questo film, mentre Marta era sempre impeccabile e preparata.
Anche questa pellicola non ebbe molto successo nelle sale. E quello che doveva essere un modo per aiutare la coppia ad uscire dalla crisi, si trasformò in un altro motivo di delusione per Ben.
Fortunatamente gli fu proposto un film molto interessante che avrebbe riscosso molto successo. Era l'estate del 2000, Ben era impegnato sul set alle Hawaii mentre Marta si trovava in Francia per un film delizioso.
La lontananza non sembrava pesare troppo sul loro rapporto, avevano forse bisogno di sentire la mancanza l'uno dell'altro e di ricominciare a desiderare di passare molte ore in aereo per incontrarsi. Entrambi poi erano veramente soddisfatti delle parti che stavano recitando e anche dei luoghi in cui stavano passando quei mesi, passavano lunghe ore al telefono a raccontarsi tutto. Marta sentiva che Ben stava molto meglio ed era molto felice.






17 - Travolti

Mangiarono veramente poco quella sera e parlarono anche poco. Continuavano a guardarsi per poi abbassare gli occhi e sorridere rialzandoli.
Sembravano imbambolati, quasi ipnotizzati, magari impazziti. 
Ben continuava a guardare Marta come se la vedesse per la prima volta, quando si alzò per andare in bagno la squadrò da capo a piedi e si lasciò travolgere dalla sua bellezza, guardò quel corpo con cui aveva condiviso anche il letto in qualche occasione e si sentì tanto stupido per non essersi accorto di quanto lo desiderava.
Guardava il suo viso sorridente e si malediva per non averlo potuto baciare, accarezzare, sentire.
A volte chiudeva gli occhi perché credeva di essere impazzito e non riusciva più a resistere.
Marta era spaesata, attratta e a tratti spaventata dallo sguardo di Ben, da quegli occhi che la fissavano.
Erano caduti in un gioco di sguardi, sorrisi e battute che non riusciva più a capire, né  a sostenere, nasceva dentro di lei una passione a cui non avrebbe più saputo resistere.

Non durò molto quella cena e sembrò che la strada dal ristorante all'albergo non fosse mai stata percorsa perché si ritrovarono in camera di Ben gettati sul letto travolti in modo incontrollabile e con una frenesia di recuperare il tempo perduto.

Avrebbero dovuto essere a Los Angeles la mattina successiva ma nemmeno se lo ricordavano più. Avevano altro a cui pensare e siccome il telefono continuava a suonare lo staccarono dalla spina senza sensi di colpa. 
Non uscirono da quella camera per almeno tre giorni, alimentando le chiacchiere del personale dell'albergo che consegnava i pasti in camera e riordinava la stanza di Marta, evidentemente non abitata.

La realtà a volte ci richiama al dovere e una mattina sentirono bussare alla porta con tocchi forti e decisi, arrabbiati.
Erano i loro agenti, insieme, che si fiondarono in camera confusi ma determinati e piuttosto infastiditi per il comportamento sconsiderato dei due attori.
Li riportarono a Los Angeles con la forza pensando che si fossero rimbambiti entrambi.

La fortuna volle che dovessero recitare una parte in cui erano innamorati e questa riuscì molto bene. Marta aveva un ruolo marginale e dopo un primo periodo di distrazione totale, riuscì a rimettersi in carreggiata e mentre Ben era impegnato sul set, studiava il ruolo del prossimo film, un ruolo difficile e affascinante.

16 - Punti di vista

Quasi quattro anni passati negli Stati Uniti: Marta aveva mantenuto la stessa passione nell'affrontare la vita ed era ancora piuttosto ingenua ma molto più determinata e soprattutto sicura di sé. A 23 anni aveva iniziato una promettente carriera di attrice che probabilmente era stata anche la miglior cura e terapia per le delusioni d'amore che l'avevano segnata.
Punti di vista...Marta poteva considerarsi sfortunata per aver dato tutta se stessa in una storia d'amore finita improvvisamente, o per essere stata pubblicamente tradita quando pensava di essersi un poco ripresa.
Invece si sentiva fortunata, aveva trovato il modo giusto per non soffrire: il lavoro.
Lavorava tantissimo, praticamente sempre, quando non era sul set, studiava la sua parte oppure migliorava continuamente la sua pronuncia, ossessivamente.
Rientrata negli Stati Uniti dopo la splendida esperienza nel Regno Unito si era ritrovata con giornali e televisioni pronti ad umiliarla per sapere tutto sul tradimento subito.
Anche questa volta non aveva più visto né sentito Jude, non c'erano stati chiarimenti e lui non aveva cercato di farsi perdonare, neanche un tentativo. La ferita non era profonda come quella lasciata da Brad e forse la sofferenza maggiore veniva proprio dal fatto che avesse riaperto quella ferita, che spesso sanguinava copiosamente.
Marta raccolse ancora una volta le forze per ripartire. Era il 1997 e stava per andare a Boston dove avrebbe partecipato ad un film che amava molto: la storia di un ragazzo geniale ma ribelle.
Era un set molto allegro, con persone professionali. Marta si sentiva a suo agio in quell'ambiente. Si divertiva moltissimo con gli attori protagonisti, molto giovani, come lei: la condizione ideale per riprendersi!
Con Ben e Matt e i loro amici aveva la possibilità di essere "leggera" e spensierata: uscivano spesso la sera, andavano a ballare, giravano in moto lungo la costa incantevole vicino a Boston, scherzavano insieme e i ragazzi si inventavano sempre qualcosa per farla sorridere.

Finì l'estate e terminarono anche le riprese del film. Tutti erano soddisfatti e pronti per nuove avventure.
Marta si sentiva strana, non era pronta a lasciare quell'ambiente che l'aveva coccolata e protetta in quei mesi.
Stava facendo i bagagli quando sentì bussare alla porta. Era Ben che passava a salutarla con il suo solito sorriso sornione.
"Mi mancherai tanto..." gli disse Marta con un'espressione triste.
"Io penso che tu non mi mancherai..." le rispose Ben con uno sguardo enigmatico, aggiungendo subito, per non ferirla: "Ho una proposta da farti. Mi sono preso qualche giorno di vacanza e siccome mi hai raccontato di essere venuta in America per girarla in lungo e in largo ma poi non hai più avuto tempo di farlo...Ti piacerebbe partire con me?" le domandò entusiasta.
Marta si stupì per quella proposta che la rese felice. Quest'attenzione la riempì di gioia e non aspettò molto prima di rispondere: "E' un'idea fantastica! Mi piacerebbe davvero tanto, ho già pronti i bagagli!"
Tra Marta e Ben in quei mesi si era creata una confidenza molto amichevole, erano schietti e diretti l'uno con l'altra, si era creato un rapporto quasi fraterno.
Partirono l'indomani, senza preparativi, senza mete, solo con l'intenzione di staccare la spina.

La prima meta fu il Maine, si concessero un po' di tempo per camminare lungo la spiaggia e osservare gli splendidi tramonti sul mare. Quei giorni regalarono loro silenzio e calma, lunghe letture sdraiati in terrazza, con il profumo del mare che accompagnava ogni momento.
Rifocillati dalle stanchezze del set, si lanciarono alla scoperta delle cascate del Niagara e poi via lungo i laghi fino a Chicago. E poi in centro lungo le praterie del Missisipi fino in Louisiana, lasciandosi affascinare dal cambiamento dell'ambiente, della gente, del clima, fino a farsi incantare da New Orleans. E ripartire, risalire al Nord, lungo i grandi parchi, immergersi totalmente nella natura, dormire sotto le stelle e avere anche un po' di paura. 
Lasciandosi trasportare dal paesaggio e dalla voglia di scoprire sempre qualcosa di incantevole non si accorsero di essere stati in viaggio per un mese e furono richiamati alla realtà dalle telefonate dei loro agenti che li invitavano a tornare perché avrebbero dovuto girare un bellissimo film, ancora insieme.

L'ultima sera, si diedero appuntamento per cenare in un ristorante incantevole a picco sull'oceano. Dopo aver passato una giornata ognuno per conto proprio a fare un po' di acquisti e qualche cura di bellezza, prima di affrontare il rientro al lavoro.
Marta senza quasi accorgersene si era vestita in modo splendido, aveva anche passato qualche ora in un centro estetico in cui l'avevano truccata e pettinata in modo affascinante. Si guardò allo specchio e quasi non riuscì a riconoscersi. Dopo un mese di assoluta semplicità, di abiti comodi e scarpe da ginnastica, non si ricordava quella Marta, con vestito elegante e tacchi alti. Pensò che Ben avrebbe riso di lei.
Durante quella giornata Ben aveva avuto un incontro di lavoro per un suo progetto e si era vestito elegante per l'occasione, decise di rimanere tale anche per la cena, pensando di fare uno scherzo a Marta che si sarebbe trovata a disagio.

Ben era seduto al ristorante in attesa di Marta quando vide entrare una splendida ragazza, tutti si giravano nel vederla passare e lui pensò che se non avesse avuto l'appuntamento con Marta si sarebbe alzato per corteggiarla. Quando quella splendida ragazza si avvicinò al suo tavolo e gli sorrise, quasi si spaventò accorgendosi che si trattava proprio della sua compagna di viaggio, della donna con cui aveva passato gran parte del tempo negli ultimi mesi, la donna con cui aveva condiviso anche la stanza durante quella vacanza, senza mai vederla come una donna...Solo quella sera si accorse della sua bellezza, solo quella sera desiderò di baciarla, di stringerla forte a sé e di non lasciarla più.
Si alzò per farla accomodare e Marta notò quanto fosse elegante e quanto fosse bello il suo carissimo amico. Sentì un brivido lungo la schiena per come lui la guardava, uno sguardo che non conosceva e che la faceva sentire diversa, desiderata e per la prima volta si interrogò su che genere di rapporto avessero lei e Ben e se forse le fosse sfuggito qualcosa...