8 luglio 1993, Marta è in fila per salire sull'aereo: è l'ultima!
Non avrebbe voluto essere quasi in ritardo, correre per arrivare in tempo; era partita con largo anticipo da casa, ma un insieme di traffico, problemi di ansia che l'hanno costretta a fermarsi più volte alla toilette e un paio di altri inghippi accaduti in aeroporto, la vedono costretta a salire per ultima la scaletta che porta all'aereo con le hostess che la guardano sorridenti ma un po' contrariate.
Marta porge loro la carta d'imbarco con un sorriso enorme e un'aria di scuse molto sincera, vede nell'hostess un immediato cambiamento di espressione, molto più indulgenti e ancora più cortesi:"Benvenuta Signorina Meli, ci segua".
Marta le segue aldilà di una tenda, un poco stordita perché i passeggeri sono seduti tutti dall'altra parte. Si ritrova in una stanza con sedili larghi e confortevoli con accanto spaziosi tavolini, una rilassante musica di sottofondo e un inatteso silenzio.
"Prego si sieda, questo è il suo posto, ci chiami pure per qualsiasi esigenza, tra poco le offriremo un aperitivo."
Istintivamente Marta avrebbe voluto segnalare alle hostess che stavano commettendo un errore, invece si siede come un automa, con l'aria stralunata, stretto fra le dita il foglio della carta d'imbarco: c'è proprio scritto Prima Classe, ma lei è certa di non aver pagato per la prima classe e non ha dubbi che nessuno possa averlo fatto per lei, certamente un errore dei computer o degli operatori. La sua giovane mente capisce in fretta che essendo stata l'ultima a salire non dovrebbe avere grossi problemi a godersi il suo primo viaggio aereo in prima classe!
Il secondo pensiero corre al proprio abbigliamento: per fortuna ha scelto con cura come vestirsi per questo viaggio. Marta non è una persona che bada con particolare attenzione all'estetica ma questa mattina, complice il fatto che si fosse alzata molto prima dell'alba perché di dormire proprio non era questione, si era abbigliata con cura, truccata, ben pettinata e pure spruzzata qualche goccia del profumo tanto chic di sua sorella.
Seduta su quel comodo sedile, con l'aereo in movimento e le cinture già allacciate, si sentiva finalmente quieta, serena e ottimista.
Non aveva ancora guardato il suo vicino.
1 commento:
Questo tuo racconto sta diventando sempre più interessante... A giovedì!
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