giovedì 4 febbraio 2010

AMBRA - PRIMA PARTE


Ambra non era mai stata così entusiasta nel visitare una città: Roma.
Roma in quei giorni primaverili era fantastica, così romantica e interessante, così ricca di storia e di immagini sempre nuove.
Il viaggio in Italia era stato programmato nei minimi dettagli e Roma era la tappa principale di questa avventura.
Piazza di Spagna con i suoi colori, i suoi fiori, quegli artisti che dipingevano sulla scalinata di Trinità dei Monti.

Ambra si lasciava trasportare da questa piazza così mondano ma soprattutto era incantata da quella scalinata che rappresentava un po' il suo spirito, così libero e indipendente ma così sensibile e colorato.

La fantasia...Roma in quel momento rappresentava la fantasia, questo dono così grande nella sua originalità.
La fantasia in tutte le cose, in ogni momento, quel pizzico di imprevedibilità, quella capacità di stupire...Ambra amava tutto questo, come amava quegli artisti squattrinati che dipingevano il suo viso e il suo sorriso con tratti così semplici e reali...quasi potesse parlare.

Farsi fare un ritratto, acquistare una rosa profumata e passeggiare per questa incantevole città: queste erano le piccole soddisfazioni di Ambra, potersi finalmente godere un po' di libertà.

Si trovava finalmente sola, forse dopo tanto tempo avrebbe avuto la possibilità di riflettere, di fermarsi un attimo per conoscere se stessa, troppo spesso lasciata ad un' immagine così faticosa da sostenere.

Passeggiando per il Pincio Ambra sognava, immaginava di essere quell'Elena Muti de "Il Piacere", così distinta e altera, o quella Maria, così dolce e pura...
Quasi cent'anni fa: quei ricevimenti così fastosi, i ritrovi degli intellettuali, l'arte, la letteratura, la bellezza. "Costruire la propria vita come un'opera d'arte"...
Tutto così perfetto, tutto studiato, pensato, gesti preparati appositamente per stupire, parole pronunciate con consapevolezza, che produceva l'effetto desiderato.
Tutto veramente Bello, esaltante.
Quest'opera d'arte così ben delineata, definita in ogni particolare, doveva essere esempio di vita, modello da seguire scrupolosamente.

Questi pensieri la angosciavano...
Amava leggere queste storie del passato ma la spaventava il fatto che, forse, la sua vita fosse un'opera d'arte. Ma non per la sua originalità, bensì perché studiata, vista e rivista, decisa a tavolino.
Doveva essere impeccabile, seria e composta.
E così quella fantasia, che tanto amava, si spegneva a poco a poco...

Ma non era certamente il momento di pensarci: si trovava a Roma, immersa in questo sogno d'altri tempi, sola, si sarebbe costruita un'opera d'arte del tutto nuova, diversa dal capolavoro della sua vita, ma molto più reale, più immediata, un dipinto favoloso, come quello che aveva tra le mani...

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