giovedì 9 dicembre 2010

3 - Un vicino spettacolare

Appena i suoi occhi incrociarono quelli dell’uomo accanto, Marta si sentì come spedita in un’altra dimensione, senza memoria del passato, senza interesse per il futuro, solo persa nel presente di quegli occhi. Ma, naturalmente, non lo diede a vedere, riuscì perfettamente a controllare le proprie emozioni e a salutare con il suo perfetto inglese l’affascinante passeggero.
Perché la bellezza non è tutto, anzi non è niente, si era sempre ripetuta. Così anche quest’uomo prestante, con penetranti occhi azzurri, una barba incolta ma non troppo, capelli lunghi ma non troppo, biondi ma non troppo e uno sguardo, sì quello troppo, non doveva farle cambiare idea.
Marta si era sempre chiesta perché la bellezza fosse distribuita in modo così disomogeneo tra gli esseri umani. La maggior parte delle persone può definirsi comune, né bella ma nemmeno brutta. Qualcuno invece rapina altri di tutti i pregi estetici che un corpo può avere. Non è giusto, si ripeteva sempre Marta, ci deve essere un terribile disegno per costringere qualcuno a soffrire tutta la vita per la propria bruttezza. Ma Marta, non per consolarsi in quanto era certamente graziosa, più a detta degli altri che di se stessa, credeva che anche essere particolarmente belli non fosse proprio una fortuna. Perché essere sempre al centro dell’attenzione, essere continuamente oggetto di commenti e complimenti e non dover nemmeno faticare troppo per ottenere quello che si vuole, alla fine, è frustrante.
Questi pensieri la distrassero e la fecero tornare calma e riflessiva, placando l’eccesso di euforia che l’incontro le aveva causato. Questo le permise anche di sentirsi a proprio agio accanto a quel ragazzo che si dimostrò particolarmente simpatico e iniziarono quindi a chiacchierare amabilmente, in inglese, ovviamente, situazione che la fece ancora più felice di quest ’incontro.

Così lei gli raccontò di avere 19 anni, di essere italiana, dato di cui lui si stupì complimentandosi per l’inglese very british di Marta, lo rese partecipe anche della propria avventura, rivelando il suo progetto di viaggio negli Stati Uniti alla ricerca di storie e culture da sempre sentite narrare nei film di cui lei è appassionata.
Brad, questo il nome del suo vicino, non si sbilanciò troppo a parlare di se stesso, dimostrandosi molto interessato a Marta, le pose parecchie domande riguardo al suo viaggio ma era anche curioso di sapere il perché di questa scelta e i motivi che l’avevano portata lì.
Marta e Brad parlarono per parecchie ore, risero per alcune battute di film che aveva entrambi amato, ne criticarono altri, si raccontarono la loro infanzia che avevano vissuto serenamente entrambi amati da una famiglia molto unita.
Marta spiegò che il cinema per lei era una vera passione, spendeva praticamente tutto quello che aveva per andare al cinema o acquistare video cassette di vecchi film. Amava certamente il cinema italiano, si entusiasmava anche per quello francese e apprezzava particolarmente quello inglese ma i film americani la stupivano sempre per la loro perfezione, per l’attenzione ai dettagli e per la spettacolarità ma, in particolare, era curiosa di conoscere una società che sentiva così lontana, così diversa, che se a volte le appariva magica, altre le sembrava crudele, cinica.
Brad si illuminò a sentirla così accesa nelle sue spiegazioni e si aprì con fiducia a Marta raccontandole che lui faceva parte del mondo del cinema americano, ci era appena entrato con tanta fatica e con molte porte sbattute in faccia. Aveva già trent’anni, aveva scelto questa carriera dopo aver studiato all’università senza laurearsi.
Ma adesso era molto felice perché stava andando tutto bene e proprio in questo periodo stava promuovendo un film in cui interpretava la parte del protagonista, un serial killer, e aveva già in corso altri progetti.
Marta dopo questa confessione lo guardò con attenzione, cercando di trovare in lui il viso di un attore che le fosse familiare, che avesse incontrato nelle sue numerose visioni cinematografiche. Poi un’immagine le si fissò nella mente ma fu lui a parlare prima che lei finisse di comporre il puzzle: “Brad Pitt, Thelma & Louise certamente lo avrai visto e immagino ti sarà anche piaciuto.”
“Sì, immagini correttamente. Non ti avevo proprio riconosciuto, comunque. Forse semplicemente perché non mi aspettavo di poter incontrare un attore americano ancor prima di aver toccato terra!”

1 commento:

Anonimo ha detto...

Apperò che incontri si fanno in aereo!!