domenica 3 gennaio 2010

CAPITOLO 2

CAPITOLO 2

Sul monte dove, da diciassette anni, passavo le mie vacanze e dove ormai conoscevo tutti, era arrivata una famiglia che aveva affittato la bella villetta al centro del paesino.
Era una famiglia molto gentile e spigliata e si era subito ambientata nel nostro grazioso paese di villeggiatura.
I genitori Grun erano moderni e allegri e provenivano dal Belgio. Mentre i tre figli erano nati tutti in Italia, a Firenze.
La figlia diciottenne, Silvia, si era subito affiatata nella nostra compagnia mentre il piccolo Marcello aveva contribuito a formare la banda di giocherelloni costituita dai piccoli villeggianti.
Il paese è veramente molto piccolo e la maggior parte degli abitanti viveva lì solo d'estate, anche perché la neve lo imbiancava da novembre ad aprile.
Ma devo parlare di Nicola, il figlio maggiore della famiglia Grun, per questo cambio volentieri discorso.
Nicola sembrava non gradire molto la scelta dei genitori di passare le vacanze sperduti tra i monti, ma ne era costretto da un patto: un mese in montagna per poi volare un mese in giro per la Spagna con i suoi amici.
La maggior parte del tempo, Nicola lo passava in casa concedendosi qualche giro in moto nelle stradine e nei sentieri dove era possibile.
In una settimana Nicola l'avevo visto due volte, alla festa del primo luglio alla quale era rimasto tutto il tempo al banchetto per poi fuggire in sella alla sua moto da cross, la seconda volta qualche giorno dopo alla messa domenicale.
Effettivamente era un bel ragazzo. Si potevano intuire le sue origini nordiche dei genitori, ai quali somigliava molto. Era alto con un fisico slanciato, aveva ricci capelli biondi, piuttosto corti, due profondi occhi blu ed un sorriso accattivante. Anche se, sinceramente, gli occhi e il sorriso non li avevo ancora notati la prima settimana...E non mi ero nemmeno innamorata in quei primi giorni, al contrario di altre ragazze che esaltavano continuamente la sua bellezza esortando la sorella a farlo uscire, a presentarlo. Ma loro lo vedevano spesso in giro in moto, mentre io non avevo ancora avuto la fortuna di incontrarlo.
Il giorno in cui mi proclamai apertamente innamorata di Nicola fu il martedì seguente mentre stavo passeggiando tranquilla in compagnia di Silvia, indubbiamente una piacevole compagnia, allegra e divertente.


Lo incontrammo che correva con la motocicletta in una delle strade meno frequentate, salutò la sorella con un gesto della mano e sfrecciò via veloce e sicuro. Incominciai allora a parlare con Silvia del suo ammirato fratello. Silvia smentì molto miei pensieri: Nicola non aveva nessuna ragazza di cui sentire la mancanza e nemmeno una delusione alle spalle, non era un tipo chiuso ma piuttosto sveglio e spigliato, il suo stupido comportamento, raccontava Silvia, mirava a non dare soddisfazione ai genitori che l'avevano costretto lì assicurandogli divertimento e tanta compagnia, ma lui voleva dimostrare che si annoiava.
Intuii che Silvia era molto affezionata a Nicola e probabilmente anche lui era attaccato alla sorella e al fratellino Marcello, un bambino simpaticissimo e molto vivace.
Dopo qualche minuto Nicola ripassò sulla nostra strada, rallentando sempre di più e fermandosi davanti a Silvia, rivolgendole un sorriso affettuoso.
Già, dovevo ammetterlo, era molto bello, avevo scoperto il suo sorriso, avevo visto i suoi occhi illuminarsi e non mi aveva ancora guardata. Un attimo però, perché si girò sorridendomi indifferentemente e Silvia me lo presentò tutta entusiasta.
"Una mia cara amica, Marta, e lui è Nicola, il mio caro fratello!"
Ci stringemmo la mano e finalmente sentii la sua voce profonda e simpatica "Piacere di conoscerti, se sei riuscita ad arrivare fin qui in compagnia di mia sorella ti faccio i complimenti, hai molta pazienza...e un buon udito!"
Mi scappò un sorriso divertito e ribattei "Volevamo fare una gara a chi parla di più!"
Silvia intervenne allegramente pungente:"Penso che potrebbe parteciparvi anche Nicola ed avrebbe molte probabilità di vincere!"
"Bene, dichiaro aperta la sfida!" annunciò Nicola in modo solenne.
Prese la moto per il manubrio e la spinse lungo la strada, Silvia ed io ci guardammo scambiandoci un sorriso accondiscendente. Ci incamminammo veloci sino a raggiungere il nostro sfidante che aveva conquistato subito la mia simpatia: la sua presenza e il suo sorriso mi avevano fatta subito sentire a mio agio.
Ero felice e non parlavo, Silvia non parlava ma aveva un sorriso gigante, faceva fatica a trattenersi, Nicola zitto zitto sembrava indifferente.
Passarono alcuni minuti, Silvia mi guardò poi entrambe guardammo Nicola e tutti e tre scoppiammo a ridere in una risata fragorosa.


Arrivammo a casa loro, si fermarono entrambi, Silvia mi salutò amichevolmente.
"Ciao bella, ci vediamo domani? Sai, ora è meglio che torni a casa, almeno qualche compito dovrò farlo..."
"Stasera che fai?"domandai.
"Rimango a casa, i miei hanno ospiti. E tu ti vedi con gli altri?"mi chiese
"No, non penso, oggi sono andati tutti al lago e torneranno tardi. Beh, ci vediamo!"
Nicola e Silvia si scambiarono un sorriso complice poi Silvia si rivolse a suo fratello, lanciandomi occhiate maliziose:"Nicola, accompagni a casa Marta? Sai, abita piuttosto lontano..."
"Ah sì?" si interessò lui "Hai paura ad andare in moto?"
"No, non troppo ma..."risposi titubante.
"Andiamo allora!" Sentenziò lui deciso.
"Grazie, ciao Silvia!" e salii sulla moto.
E' stato il viaggio più lungo della mia vita. Gli indicai la strada per casa mia ed arrivati, scesi in fretta dalla moto, lo guardai sorridendo meglio che potevo, lui ricambiò sincero e finalmente parlò:"Hai perso la voce, Marta?"
"Sì, ogni tanto la perdo, ma anche tu!"
"Solitamente in moto non parlo, mi concentro nella guida."affermò con serietà.
"Hai sempre la risposta pronta, vero?"
"Sì, ti dispiace?"
"Un po', tu ti diverti, invece..."
"Già, ma...ce l'hai con me?"
"No, anzi...Tu...piuttosto?"
"Io ce l'ho con tutti qui, non volevo venirci...però se ce l'avessi con te non ti avrei accompagnata!"
"Certo...però non è colpa mia se sei qui..."
"A volte rispondo male, scusa, quà la mano!"
Gli diedi la mano sorridendo e abbassai timidamente lo sguardo. Nicola mi scompigliò affettuosamente i capelli, accese la moto e ripartì.

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