lunedì 25 gennaio 2010

CAPITOLO 9

CAPITOLO 9

La serata a Gardaland fu estremamente divertente, passammo più volte per tutti i giochi, come bambini.
Nicola si trovava perfettamente a suo agio. Rincasammo verso le 2, eravamo tutti molto stanchi, stremati e bagnati; rimandammo i commenti al giorno dopo e ci salutammo in fretta.
In casa Tom mi confidò di trovarsi bene in compagnia e per questo non aveva intenzione di alimentare "la storia" con Silvia.
Ne rimasi un po' delusa...Ma forse era meglio così: Tom era ancora immaturo e superficiale!
Verso il 20 luglio il cielo cominciò a rannuvolarsi e passammo quattro giorni di vento, pioggia e temporali.
Decidemmo, di conseguenza, di ritrovarci tutti a casa di Silvia e Nicola; il pomeriggio, però, all'appuntamento eravamo solo in quattro: Tom, io, Sara e Manuel.
Solo più tardi ci raggiunsero Mattia e Roberto.
"Probabilmente hanno paura dei tuoi genitori!" sentenziò Tom rivolgendosi a Silvia che sembrava piuttosto seccata.
"Sì, oppure di me! Mi hanno stancato, scusate ma sono bambine viziate!"
"Che ne dite di andarle a prendere a casa?" Nicola sapeva sempre essere pungente.
"Ok, andiamo io e te" così Tom si diresse verso la porta.
Matteo lo raggiunse ricordandogli di chiamare anche Carlo che, come al solito, non aveva voglia di fare due passi in più!
Notai che Sara e Roby si erano appartati in terrazza a guardare romanticamente la pioggia cadere, mentre Silvia stava per proporre un'ampia gamma di giochi in scatola fra cui scegliere per passare il pomeriggio.
Si scelse Pictionnary e i ragazzi prepararono il gioco leggendosi le istruzioni.
"Marta, penso che le tue amiche siano infantili e insopportabili, nonché invidiose! Sono gelose di te perché stai con Nicola e di me perché Tom, prima, dimostrava interesse nei miei confronti. Soprattutto quella...di Michela!"
"Non so che dirti, hai ragione. Non hai più parlato con Tom ?"
"No, da sabato a Gardaland si è limitato a salutarmi ma...non me ne frega niente!"
Si sentì suonare alla porta: erano arrivati, tutti.
Silvia era ancora più contrariata e non salutò.
Io avrei voluto restare un attimo sola con Nicola, almeno per salutarlo. Erano due giorni che non ci vedevamo perché era sceso in paese con il fratellino. Ed ora mi salutava con indifferenza.
Incominciammo a giocare ma l'atmosfera era tesa: ogni piccola sciocchezza faceva scattare discussioni in particolare tra Silvia e Michela, difesa a spada tratta da Barbara.
Il tempo intanto migliorava, perlomeno era cessato di piovere.

Sara e Roby ne approfittarono per andarsene. "Beati loro"pensai, sperando che presto anche gli altri se ne sarebbero andati.
Invece successe di tutto: Michela e Silvia litigarono animatamente e la prima se ne andò sbattendo la porta molto indispettita, seguita da Barbara che uscì dicendo:"Chi ti credi di essere? Sei arrivata per ultima e credi di essere la padrona, bella principessa di porcellana, vaffan....!"

Drastica la situazione. Silvia rovesciò un'infinità di improperi nei confronti delle ragazze. Era nera.
Cristina, Carlo e Matteo, visto l'andazzo, si congedarono in fretta.
Silvia fu molto alterata anche per questo fuggi fuggi; rossa in viso e con le lacrime agli occhi corse in veranda a parlare con i genitori: il giorno dopo la famiglia Grun partì.

Dopo l'uscita si Silvia dalla stanza Nicola si sedette accanto a me e mi propose di fare un giro in macchina, così anche Tom e Manuel furono costretti ad andarsene un po' perplessi.
"Allora, come va?" Nicola era piuttosto freddo, lo sentivo distante.
"Sono un po' arrabbiata per ciò che è successo, ma tu che hai?"
"Niente. Volevo stare un po' con te" Mi diede un bacio ma, secondo me, non era sincero.
Ci fermammo e decidemmo di continuare a piedi, erano le cinque del pomeriggio e splendeva finalmente il sole!
"Come è andata in città?"
"Bene, mi sei mancata...Ho visto i miei amici, partiamo il 30!"
"Siete in tanti?"
"Dovremmo essere una decina."
"Ah"
"Eh!Eh!"
Non sapevamo che dire. Camminavamo staccati e senza guardarci. Tra dieci giorni Nicola sarebbe partito...e chissà quando ci saremmo rivisti.
Avrei voluto abbracciarlo forte ma era così assente, così indifferente e dopo due giorni che non ci vedevamo e dopo aver passato una bellissima domenica soli, eravamo così raggianti che sembrava fossimo una coppia in luna di miele.
"Sei scocciato per oggi?"
"No! Non ho niente, non l'hai ancora capito?"
"Perché rispondi così?" sembrava innervosito dalla mia presenza.
"Dai, ti voglio bene, non ho niente!"
"Nicola, torno a casa, mi accompagni?"
"Che permalosa, ok ti accompagno!"
Il viaggio di ritorno fu silenzioso, imbarazzante.

Ci salutammo con un semplice ciao, senza darci nessun appuntamento.

La sera telefonai a Silvia.
"Domani torniamo a casa, credimi è meglio così. Non riuscirei a passare nemmeno un giorno in QUESTO posto."
"Mi deludi..."
"Mi spiace ma...Spero che ci vedremo ancora. Domani vengo a salutarti."
"Fai come vuoi...Ciao."
Decisi di interrompere la comunicazione: ero troppo nervosa. In un giorno perdevo un'amica ed un ragazzo a cui tenevo molto.
Tom mi avvertì che domani sarebbero partiti anche Carlo, con sua sorella Michela, perché insieme a Mattia e Barbara sarebbero andati a Riccione, tre settimane, con i genitori.
"Buon per loro!" fu la mia risposta secca.
La mattina dopo parlai con Cristina. Anche lei aveva deciso di tornare in città, avrebbe accettato la proposta di sua zia di lavorare un mese in un negozio di alimentari, a settembre sarebbero poi andata in vacanza a Roma.

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